[2019-07] Alien: Isolation (novelization)

Il 30 luglio 2019 la Titan Books ha presentato l’atteso Alien: Isolation, la versione romanzata del fortunato videogioco omonimo del 2014. Avendo prenotato il libro, quel giorno è magicamente apparso nel mio Kindle e l’ho divorato con grande piacere.

Il prolifico Keith R.A. DeCandido, esperto di universi narrativi di genere, spesso legati a serie TV e videogiochi, riesce alla perfezione in un compito per nulla facile, e soprattutto non invidiabile: dover gestire una storia già scritta, con personaggi sviluppati da altri e all’interno di un universo narrativo al quarantesimo anno, con tutte le stratificazioni immaginabili.
L’autore ha fatto la cosa migliore: ha preso atto dei “paletti”, delle informazioni pseudo-ufficiali e della cronologia di base – tutto materiale a sua detta fornitogli da Steve Tzirlin della 20th Century Fox, che doveva poi approvare la validità del testo – e si è limitato a riempire gli spazi. Dannatamente bene, aggiungo.

Con una splendida operazione congiunta di Fox-Sega-Titan-Dark Horse, ecco che l’universo alieno d’un tratto non sembra più una spruzzata di stelle disperse nella galassia ma davvero un corpus unico.
Questo romanzo infatti non si limita a raccontare gli eventi del videogioco Alien: Isolation (Sega), che si svolgono quindici anni dopo gli eventi del film Alien (Fox), ma incastona anche il fumetto Aliens: Defiance (Dark Horse), preparando il terreno alle future avventure di Amanda e Zula. (Che a fumetti fanno schifo, speriamo siano migliori a romanzo!)

Invece di limitarsi a raccontare eventi che i fan già conoscono ampiamente, DeCandido ha messo quasi in secondo piano l’avventura di Sevastopol Station e ha reso protagonista del romanzo Amanda Ripley: la sua giovinezza, la sua crescita, il rapporto con la madre e il patrigno, i suoi sogni, le sue delusioni, i suoi difficili rapporti con gli altri e con l’autorità… Tutto inventato di sana pianta da DeCandido utilizzando la farlocca cronologia inventata da Charles de Lauzirika per il DVD del 1999 di Alien, tolto ciò che poi è entrato in conflitto con altre cronologie. (Tipo la data di nascita di Amanda, che in quel testo utilizzata una data non combaciante.)
DeCandido ha una scrittura corposa e appassionante, sa dosare alla perfezione l’uso di particolari minuziosi e quello della potenza motiva, ci mostra degli estratti di almeno vent’anni di vita di Amanda fino a rendercela irresistibile e vicina al cuore. Un personaggio incredibile che dal 1983 in cui l’ha inventato James Cameron non fa che crescere e svilupparsi!

Sarebbe bello se ottimi scrittori come DeCandido prendessero in mano un po’ di altre “stelle” dell’universo alieno, magari Machiko Noguchi o qualche altro spunto abbandonato dalla Dark Horse.
Per ora abbiamo uno splendido romanzo che fa ben sperare sul continuo della vita narrativa di Amanda Ripley.

Di seguito racconto sia la trama del libro che la vita di Amanda, così da lasciare traccia della sua “nuova” biografia, che sicuramente ritroveremo in altre opere.


Alien: Isolation

di Keith A.R. DeCandido


Indice:


La trama ufficiale

L’adattamento ufficiale del videogioco e non solo!
Sin dalla nascita, la vita di Amanda Ripley è stata dura. I suoi genitori hanno vissuto sull’orlo della povertà finché sua madre – Ellen Ripley – ha accettato il contratto che l’ha portata a bordo del vascello commerciale Nostromo: la nave poi scompare ed Amanda passa l’adolescenza concentrata su un unico obiettivo: cos’è successo ad Ellen Ripley?
La ricerca di Amanda la spinge nel cuore della Compagnia, dove di pochi c’è da fidarsi. Sulla Luna incontra qualcuno che fa eccezione: la Colonial Marine Zula Hendricks, ma la loro amicizia è di breve durata: quando infatti Amanda sta per toccare il fondo, accade qualcosa. Esce fuori una pista.
Per seguirla, deve viaggiare fino alla lontana Sevastopol Station. Ci sono speranze di trovare le risposte che cerca, ma la stazione è in rovina e la morte si sposta per i suoi corridoi nella forma di una mortale creatura aliena, dalle fattezze che Amanda non avrebbe mai potuto immaginare.


L’autore

Keith Robert Andreassi DeCandido, classe 1969, spazia in ogni campo della narrazione fantastica: da romanzi a fumetti, da videogiochi a giochi da tavolo. Ha scritto romanzi legati ad un’infinità di universi narrativi: da Star Trek (tutte le serie) a StarCraft, da Farscape a Buffy, da WarCraft a Supernatural, da C.S.I. ad Hercules, oltre a curare le novelization dei primi tre film di Resident Evil, di Darkness Falls (2002) e del Serenity (2005) di Joss Whedon.

Entra nell’universo alieno nel 2017 quando Jonathan Maberry lo chiama a partecipare a quel capolavoro antologico che è Aliens: Bug Hunt, con l’ottimo racconto Deep Background: storia di una giornalista che deve cercare di scoprire perché la Weyland-Yutani sta insabbiando un misterioso incidente nella colonia di Hadley’s Hope…

Di decine e decine di romanzi e fumetti firmati da DeCandido, NULLA è arrivato in Italia, se non il fumetto StarCraft. Ghost Academy 1 (Edizioni BD 2010) e il libretto World of Warcraft. Il ciclo dell’odio (Panini 2014).


Una premessa sulle date

Ricordo a chi non lo sapesse che la cronologia aliena ufficiale non esiste, è stata costruita negli anni basandosi su ipotesi di fan che alla fine sono diventate “canoniche” a loro stessa insaputa.
Per intenderci, tutta la cronologia aliena nasce dal fatto che alcuni fan credono di leggere nelle note di Burke in Aliens (1986) un riferimento che fa pensare al 2179 come data di ambientazione della vicenda: il resto viene per semplice deduzione matematica.

L’incidente della Nostromo quindi risale al 2122, perché dal secondo film sappiamo che Ripley ha dormito 57 anni nella capsula di salvataggio. Visto che Amanda Ripley entra in scena dichiaratamente a 15 anni dalla scomparsa della madre, ecco che Alien: Isolation è ambientato nel 2137.

È divertente come Ridley Scott, che dice di non seguire i seguiti di Alien e quindi gli “studi” dei fan, usi questa cronologia (nata da un seguito di Alien) per il suo Prometheus (2012), dimostrando dunque di essere molto informato e soprattutto di dare per “canonico” quel tanto disprezzato lavoro dei fan.

Prologo

La storia si apre nel novembre 2137, con Henry Marlow che non ce la fa più a mangiare il cibo sintetico della Compagnia (“FoodStuf”) a bordo del suo vascello di salvataggio Anesidora. La giornata migliora decisamente quando avvista un relitto spaziale che potrebbe essere… una gallina dalle uova d’oro.

«L’unica gallina dalle uova d’oro che conosco è la Nostromo: con quello che la Compagnia offre da quindici anni, ogni astro-spazzino sogna di trovarne almeno un pezzo.»

A parlare è il collega Lewis, ed entrambi sgranano gli occhi quando, studiando il pezzo di ferraglia che hanno trovato, trovano una targa che recita:

USCSS NOSTROMO
reg 180924609

Il commento è (testuali parole): «Holy fucking shit». Si unisce al coro anche la moglie e collega di Marlow, Catherine Foster, intanto un altro collega ancora – Alan Meeks – avverte che c’è un messaggio in codice che inizia a decodificare.
Studiato il piano di viaggio della nave e scoperta una sosta fuori programma, trenta ore dopo la quale vengono interrotte tutte le comunicazioni, Marlow decide di andare a dare un’occhiata nell’ultima tappa nota della Nostromo: una roccia nello spazio chiamata LV-426.

Sbarcati sulla superficie, trovano il relitto alieno ed esultano, pensando a quanto guadagneranno da quella scoperta. Trovano il pilota mummificato e seguono le orme lasciate plausibilmente da un membro dell’equipaggio della Nostromo: il destino sarà identico, visto che Catherine rimarrà vittima di un facehugger.


Entra in scena Amanda

Riallacciandosi al fumetto Aliens: Defiance (2016) di Brian Wood, troviamo Amanda Ripley sulla Luna, a Tranquility Base, in cerca della sua amica, la Colonial Marine Zula Hendricks, che ha conosciuto in infermeria durante la riabilitazione di quest’ultima. Zula ha anche insegnato qualche tecnica di combattimento ad Amanda.

«Tirando fuori il suo NohtPad, trovò due messaggi del patrigno – che cestinò subito, come tutti gli altri»: scopriamo così un pessimo rapporto di Amanda con il patrigno, invenzione del romanziere.
Amanda lavora sulla Luna come meccanico al servizio di un certo Dmitriy Slavashevich, ed è proprio mentre sta riparando un veicolo che viene raggiunta da Christopher Samuels della Weyland-Yutani, che le dice: «Si tratta di tua madre: potremmo averla trovata.»

«Tornerò in tempo per il tuo undicesimo compleanno», le aveva detto la madre, prima che la Nostromo scomparisse nel nulla, quindici anni prima. Da allora gli avvistamenti e i ritrovamenti si sono alternati, ma solo ora – con il ritrovamento nella zona di Zeta Reticuli di un pezzo di nave con all’interno la scatola nera della Nostromo – c’è davvero speranza di capire quale sia stato il destino di Ellen Ripley.

Malgrado non ne sia del tutto convinta, Amanda accetta la proposta di Samuels, cioè di essere ingaggiata come consulente a bordo della Torrens del capitano Diane Verlaine per guidare l’avvocatessa della Compagnia Nina Taylor fino alla Stazione Sevatopol dov’è stata consegnata la scatola nera – al doppio dello stipendio che percepisce ora.


Il passato di Amanda

A dimostrazione che un bravo autore più permettersi licenze, se queste contribuiscono a migliorare un personaggio preesistente, tutta la narrazione del romanzo è inframmezzata da flashback sul passato di Amanda, che spiega anche il modo di comportarsi odierno della donna.

Sappiamo che il suo padre biologico si chiama Alex, andatosene però quando la bambina aveva solo tre anni; poi è arrivato il padre adottivo Paul Carter, sbandato ed ubriacone, ma soprattutto incapace di tenersi un lavoro: per guadagnare di più, Ellen Ripley accetta di imbarcarsi sulla Kurtz, prima di tante prove che DeCandido ha letto i contenuti speciali nascosti del DVD 1999 di Alien, dove Charles de Lauzirika inventa queste informazioni sul passato di Ripley (come lui stesso ha confessato su twitter nel Capodanno del 2018).

Ellen Ripley vuole il divorzio dal marito ma deve anche lavorare, quindi è costretta ad affidare la figlia a Paul mentre si imbarca sulla Sephoria diretta alla Nube di Oort.

Amanda ricorda quella volta a Vancouver (Canada), nel luglio 2120, quando la madre era appena tornata dal suo ingaggio a bordo della Sotillo e riparte il litigio costante con il marito ubriacone, mentre lei piange abbracciando la sua tigre di pezza Daniel.
È in questa occasione che Ellen rivela ad Amanda di aver ricevuto un’offerta da Arthur Dallas, un capitano conosciuto tempo prima durante un viaggio su Marte a bordo della navetta Tremolino: la vuole a bordo della sua nuova nave, la Nostromo. Sarà un ingaggio molto vantaggioso che permetterà alla donna di rimanere fissa accanto alla figlia, in un bell’appartamento.

Madre e figlia potranno messaggiarsi finché la nave non arriverà nei pressi di Nettuno, poi Ellen dovrà andare in sonno criogenico fino alla meta, Thedus. Un mese per caricare la nave e poi tredici mesi di viaggio di ritorno, perché la Nostromo sarà appesantita dal carico.
Ventitré mesi di lavoro ed Ellen tornerà giusto in tempo per l’undicesimo compleanno di Amanda. È una promessa…

Un mese prima dell’undicesimo compleanno, Amanda sente bussare alla porta e corre a vedere. C’è una donna in uniforme, che si rivolge al suo patrigno.

«Signor Carter, il mio nome è Yoshiko Tanaka, lavoro per la Compagnia e sono spiacente di portarle cattive notizie: abbiamo perso i contatti con la Nostromo. Non ci sono stati aggiornamenti o notizie, e la Compagnia è costretta a dichiarare la nave e il suo equipaggio scomparsi in azione [missing in action].»

Paul Carter non si scompone. La sua ex moglie ha passato gran parte della sua vita chissà dove nello spazio, «credendo di essere la madre di Amanda», e quindi lui continuerà a fare quello che ha sempre fatto: crescere da solo quella ragazzina.
Amanda si chiude nella sua stanza, stringendo la sua tigre Daniel.

Cresce a Vancouver dove frequenta annoiata il Delaj Technical Institute, una scuola tecnica ben al di sotto delle sue capacità. La Weyland-Yutani le pagherebbe tranquillamente gli studi ingegneristici, ma poi sicuramente la vorrebbe assumere: e Amanda non vuole avere nulla a che fare con loro.

Nell’aprile 2127 scopre che un suo conoscente, Marvin Okeke, è un deedee, termine per indicare un data dealer, un “venditore di informazioni”. Esce fuori che un tizio vuole vendere informazioni sulla Nostromo e fa girare la scheda di Ellen Ripley. (In pratica la stessa scheda presentata nel DVD del 1999, tranne per la discrepanza delle date in cui sarebbe nata Amanda.)
Esce fuori che non aver comunicato alla Weyland-Yutani l’intenzione di rimanere incinta era una violazione che poteva costarle il lavoro, ma avendo sventato una pericolosa situazione con ostaggi viene “graziata”. (Di nuovo, sono tutte informazioni inventate da Charles de Lauzirika per il DVD del ventesimo anniversario e diligentemente studiate da DeCandido.)
Purtroppo non esistono informazioni sulla Nostromo, è una delle tante truffe che Amanda subirà nella sua vita.

Nel giugno del 2129, per il suo compleanno – che l’autore fa risalire a giugno – Amanda viaggia fino a Seattle per incontrare Stefano Vanini, un astronauta di Thedus che ha incontrato l’equipaggio della Nostromo mentre questo prelevava il carico da riportare sulla Terra: ha avuto modo di salutare Ellen Ripley ma purtroppo non ha altro da raccontare alla ragazza.

Compiuti 18 anni, Amanda molla il patrigno e diventa indipendente. Accetta subito il primo lavoro che le capita: ha già “goduto” della beneficenza della Compagnia, ora vuole guadagnarsi da vivere.
Aver lasciato la scuola per provvedere al patrigno malato (e ubriacone) non le consente un lavoro di alto profilo quindi deve accontentarsi di fare il meccanico: nel 2032 si trasferisce a Tranquility Base, sulla Luna. Qui la sua specialità sarà riparare un tipo di veicolo costruito dalla Jiaoyang Enterprises e dal nome geniale: Lune Buggy!

Intanto continua le sue ricerche, e riesce a mettere le mani sulla scatola nera della USCSS Sotillo di José Rosendo, la nave sulla quale la giovane ufficiale Ellen Ripley aveva gestito con tanto successo una situazione pericolosa. A parte la gioia di scoprire una parte della vita della madre che ignorava, Amanda non ottiene altro.

Amanda non lo sa, ma il suo destino è di non sapere altro della madre.


Sevastopol Station

Si arriva a Sevastopol, stazione orbitante intorno al gigante gassoso KG348, di proprietà della Seegson e comandata dall’intelligenza artificiale Apollo, che guida gli androidi lavoratori chiamati “Working Joes”.

È subito chiaro che ci sono problemi e che non si può attraccare normalmente: Amanda, Taylor e Samuels escono con la tuta EVA per entrare nella stazione, ma un incidente lascia Ripley da sola, alle prese con una stazione alla deriva dove paura e morte regnano ovunque.

Incontrato l’esagitato Axel che la minaccia con una pistola, per poi essere maciullato da un’entità mostruosa, la donna capisce che sarà dura uscire da quell’inferno: tutto però svanisce quando trova la scatola nera della Nostromo. Torna a sperare come non faceva da anni, ma tutto crolla quando prova a leggerla: «No data».

Una comunicazione personale del 12 novembre precedente tra il marshal Jethro Waits e il suo superiore Dion Porter, capo di Sevastopol, ci informa che sin dal suo recupero la scatola nera è risultata vuota, malgrado ogni sforzo (e speranza) di leggerne l’eventuale contenuto.

«Queste cose sono state concepite per durare, quindi o a bordo della Nostromo qualcuno ha chiesto a Mother di cancellarne il contenuto, o in qualche modo i dati si sono rovinati prima di arrivare qui.»

La storia prosegue esattamente come nel videogioco e finisce con la stazione distrutta ed Amanda a vagare nello spazio. Però lì vicino c’è una boa di comunicazione, così che la donna può lanciare il suo S.O.S.
Ora che sa che in ogni caso la madre è viva – avendo trovato il suo ultimo messaggio diretto a lei – ha una nuova speranza: ritrovarla.

«Ti voglio bene, mamma. Ti rivedrò, non importa a che età.»

Con queste parole si chiude il romanzo: parole di speranza purtroppo infranta, visto che da Aliens sappiamo che Amanda morirà due anni prima che la madre si risvegli dal criosonno… a meno che qualche romanziere non voglia riscrivere la storia.
In fondo Tim Lebbon con il suo geniale Alien: Out of Shadows (2014) è riuscito ad inventarsi una nuova missione di Ellen Ripley perfettamente canonica!


L.

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14 pensieri su “[2019-07] Alien: Isolation (novelization)

  1. Un ottimo videogame accompagnato da un’ottima novelization… Perché non si ricomincia a prendere esempio da tutto questo, invece di sprecare tempo con cortometraggi e fumetti che non portano più da nessuna parte (oltre a non far dimenticare in quale stato versa il cinema alieno)? 😡 🔥

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