Storia dei fumetti alieni 12. Verrà la fine…

In attesa di scoprire che ne sarà dell’universo narrativo alieno, mi sembra il momento giusto per iniziare a raccontare – per la prima volta al mondo! (e non sto esagerando) – la storia di trent’anni di narrativa a fumetti in un universo più vasto di quanto gli autori stessi abbiano idea.

Illustrazione di Raymond Swanland da AVP: Three World War (2010)


Lucius Etruscus

Storia dei fumetti
di Alien e Predator

(parte undicesima)


Verrà la fine…

Il 2020 si apre all’insegna dei Predator, personaggi che la Dark Horse ha abbandonato da anni, lasciandoli con il pilota automatico. Gli esperimenti in narrativa, con romanzi originali dedicati a loro, sono stati fallimentari, anche perché sono stati affidati a scrittori che dei Predator avevano solo una vaga idea, quindi a parte il mondo dei videogiochi non c’è rimasto altro per i cacciatori spaziali se non le briciole.

Dutch come bonus di maggio del videogioco

Essendo imminente l’uscita del videogioco Predator: Hunting Grounds (aprile 2020), con tanto di romanzo che spieghi ai giovani la storia pregressa dei personaggi – cioè Predator: Stalking Shadows (maggio 2020) – e saputo che dopo trentatré anni di silenzio finalmente torna Dutch, il protagonista del film Predator (1987) che diventa personaggio del videogioco, la Dark Horse pensa di presentare un inutile terzo episodio della sua saga “a buttar via”, cioè Predator: Hunters III (febbraio 2020), dove poter riportare in scena altri due storici personaggi di un universo narrativo ormai sepolto: Schaefer, fratello di Dutch, e Valentina Ligachev, la soldatessa sovietica che aveva aiutato Schaefer in Predator: Cold War (1991).

Dopo trent’anni, facciamo che Schaefer si chiama John

La totale inconcludenza della storia è perfettamente in linea con questa serie, che si può anche leggere dalla fine tanto è una serie di splendidi disegni completamente privi di sceneggiatura, ma mentre passano i lunghi mesi fra un albo e l’altro sbuca la notizia che la Dark Horse ha incaricato Jeremy Barlow di ripetere l’esperimento di successo con William Gibson, cioè adattare una vecchia sceneggiatura per trasformarla in fumetto. Non sapremo mai come sarebbe stato Predator: The Original Screenplay, visto che è stato annullato in avanzato stato d’esecuzione, ma nelle dichiarazioni dell’autore almeno il soggetto di base era interessante, visto che è stata usata una sceneggiatura molto diversa da quella poi diventata il celebre film di McTiernan.

Cover di Guilherme Balbi

La casa però non demorde, così nel suo raschiare il barile tira fuori Alien – The Original Screenplay (agosto 2020), cioè il fumetto che finge di raccontare una delle prime stesure di Dan O’Bannon per il film Alien (1979) – probabilmente quel testo noto come Star Beast, che ho tradotto per il blog – ma che in realtà si limita ad una semplice variazione su tema: Cristiano Seixas ai testi e ai disegni è più impegnato a raccontare  identica la storia di Alien aggiornandola con mode politicamente corrette – equipaggio composto per metà da uomini e per metà donne, le donne sono ovviamente super-intelligenti e capaci, gli uomini ovviamente sono bruti e stupidi – piuttosto che perder tempo anche solo a leggere il copione di O’Bannon. La maggior parte dell’energia è stata impiegata nelle acconciature dei capelli alla moda e nelle strane stranezze della struttura aliena, il resto non conta.

Dopo mesi e mesi di attesa giunge finalmente a conclusione una saga dimenticabile come Alien vs Predator: Thicker Than Blood, iniziata nel 2019: la totale vuotezza dell’universo alieno è più che manifesta, e mentre io dalle pagine di questo blog imploro che qualcuno rilevi i marchi di Alien e Predator, liberando la Dark Horse dal fardello di personaggi che chiaramente odia, alla fine… il mio desiderio è esaudito.


… e avrà gli occhi della Marvel

Ad ottobre del 2020 arriva la notizia: l’Impero Disney, nella sua opera di acquisizione di tutte le grandi case della galassia, quindi anche la Fox e tutti i suoi marchi, si riprende Alien e Predator, che Dark Horse aveva solo in concessione per l’editoria a fumetti. Mentre la Titan Books continua ad avere i diritti per i romanzi, quelli per i fumetti passano alla Marvel: è stata una chiara richiesta della Disney, quella di accorpare i fumetti tutti sotto l’ala Marvel, o la Dark Horse non vedeva l’ora di togliere di mezzo dei personaggi che ha regolarmente umiliato negli ultimi anni? Chissà se lo sapremo mai.

Variant Cover di Mark Bagley

Dal gennaio 2021 i fumetti di Alien e Predator sono di competenza della Marvel, e sin da subito è stato chiaro l’interesse della Casa delle Idee per i due personaggi: materiale da copertina, cioè pura apparenza. Anche perché i giovani a cui la Marvel si rivolge conoscono le due creature quasi esclusivamente per i loro “scontri”, non per le opere precedenti.

A gennaio 2021 molte testate storiche della casa hanno visto una delle loro tante copertine alternative con uno xenomorfo protagonista, e l’operazione verrà replicata a maggio con il Predator: perché purtroppo nell’immaginario queste due creature sono “roba da versus“, personaggi da far scontrare con chicchessia, non meritevoli delle storie ricche e sfaccettate che invece hanno costruito il loro mito.

Cover by Cory Smith

Nel 2017 la Dark Horse aveva perso i diritti di Conan il Barbaro, ad agosto ha chiuso una delle lunghe saghe e da gennaio 2018 (non maggio, non agosto: gennaio!) la Marvel è uscita con il primo numero del cimmero tornato a casa, come raccontai “in diretta” nel mio blog di fumetti. Non ci fu bisogno di variant cover o trucchetti vari, semplicemente iniziò un’esplosione di creatività: Conan non solo è diventato subito protagonista di una serie regolare, ma anche di speciali, annuals, e diversi suoi personaggi comprimari hanno ricevuto testate in solitaria. Niente di tutto questo è stato riservato ad Alien, che inizia a marzo la sua vita editoriale mentre chissà quanto dovremo aspettare per Predator: conosceranno speciali e testate parallele? Sarebbe così impensabile una testata dal titolo “Amanda Ripley”, come Conan ha avuto “Bêlit”? Chissà.

La Marvel recupererà il buono che c’era nei trent’anni di universo a fumetti che l’hanno preceduta? Salverà personaggi come Amanda Ripley e Zula Hendricks? Visto che grazie alla Fox ha accesso ai diritti di tutti i film della saga, recupererà il buono che c’è in loro, rispolverando qualche personaggio o qualche tematica dal passato? Per ora tocca accontentarci dell’esistenza di una testata dal titolo “Alien”: solo il futuro ci dirà quanto la Marvel riuscirà a fare meglio della Dark Horse.

Ora, però, è il momento di tornare indietro e raccontare questo vasto universo… nella sua vita italiana.

(continua)


L.

– Ultime “indagini”:

2 pensieri su “Storia dei fumetti alieni 12. Verrà la fine…

  1. Purtroppo, ritorniamo al punto dolente: Aliens e Predator avrebbero avuto assoluta necessità -e da SUBITO- di un trattamento “alla Conan”… purtroppo, a tutt’oggi, quello stesso trattamento nei confronti dell’universo alieno ancora non si è visto. Né, arrivati a questo punto, credo che lo vedremo mai 😦

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    • Magari la Marvel sta solo prendendo la rincorsa, magari hanno in cantiere diverse iniziative che ci lasceranno senza fiato, ma nel caso… perché non anticiparle? Da ottobre 2020 non sono riusciti ad anticipare altro che una storiella dal futuro incerto: tutto qua? Potevano almeno illuderci con progetti un po’ più ambiziosi…

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