Ron Cobb ricorda la Nostromo

La Nostromo, basata sui disegni di Ron Cobb

Traduco questo testo pubblicato con copyright 2015 nel sito ufficiale di Ron Cobb. Non è specificato se si tratti di un testo già apparso in precedenza, ma di sicuro l’artista ha già raccontato molte volte questa storia. Mi piace come l’ha esposta e la sua sintesi, così la riporto.


Nei tardi anni Settanta Dan O’Bannon e Ron Shusett mi chiesero di creare una serie di piccole illustrazioni per aiutarli a piazzare il loro ultimo copione. Una volta che avevano trovato un produttore (Gordon Carroll della Brandywine productions) O’Bannon volle convincerlo ad assumere immediatamente quello che considerava il suo dream team per il lavoro concettuale e il design, cioè io, Chris Foss e in seguito Moebius (Jean Giraud) ed H.R. Giger. Come risultato, mi ritrovai infilato in una vecchia sala prove dei Fox Studios, sopra un set ancora più vecchio, insieme a Chris Foss ed O’Bannon, a provare a rendere visivamente Alien. Per qualcosa come cinque mesi io e Chris (con Dan che supervisionava) sfornammo una grande quantità di disegni, mentre i produttori Gordon Caroll, Walter Hill e David Giler cercavano un regista.

Quando ho incontrato Chris ero da lungo tempo un fan dei suoi dipinti d’atmosfera e delle sue illustrazioni, ma fu piacevole scoprire che aveva anche un grande senso dell’umorismo, e quindi fu molto facile lavorare con lui. Era anche estremamente prolifico. Poteva tirar fuori tre dipinti completi e dieci disegni dettagliati per ognuno che ne facevo io, a fatica.

All’inizio fu stabilito (da Dan, ovviamente) che io avrei gestito gli interni della nave Nostromo mentre Chris avrebbe disegnato gli esterni: non passò molto perché questa divisione del lavoro diventasse problematica, per noi due.

Creare scafi esterni veniva facile a Foss, la sua immaginazione sembrava incarnare l’intera storia della rivoluzione industriale. Avrebbe potuto tirar fuori infiniti disegni di navi, sottomarini suggestivi, locomotive a diesel, intercettatori Maya, battelli fluviali del Mississippi, arche jumbo jet, ma il meglio di tutti (come Dan ha sempre sottolineato) era il suo marchio di fabbrica: strutture aerospaziali ricche di pannelli, antenne, taniche di carburante, ventole e altre robe simili. Mentre i mesi passavano e due o tre registi venivano e se ne andavano, Chris iniziò ad avere problemi per via della sua spettacolare creatività. Nessuno in posizione decisionale sembrava in grado di scegliere uno di quei disegni. Credo che Chris cominciasse a produrre disegni di astronavi che i produttori trovavano troppo originali.

Il mio problema nel disegnare gli interni della Nostromo, il ponte di controllo, i corridoi, il laboratorio medico, le porte a paratia ecc., era che io ero cresciuto con un profondo amore per l’astronomia, l’astrofisica e principalmente il volo spaziale. Quindi il mio approccio grafico era sempre stato quello di un ingegnere frustrato. Tendo a sottoscrivere l’idea che la forma segua la funzione. Se io arrivo al disegno di un’astronave cinematografica che all’apparenza preservi, come in questo caso, la drammaticità della sceneggiatura, il pubblico deve percepirlo come qualcosa di impressionante e credibile.

Il mio metodo per disegnare gli interni della Nostromo era di emulare l’ingegneria di una navetta come se fosse reale, dagli interni agli esterni e viceversa. Quindi, malgrado il mio compito non fosse quello di passare del tempo a disegnare gli esterni, li disegnai anche solo come guida personale per rendere gli interni più interessanti.

In seguito, quando fummo tutti a Londra gli Shepperton Studios con Ridley Scott come regista, e scadenze per completare i set e costruire i modelli che stavano rapidamente scadendo, la scelta di quale disegno di Chris Foss usare per gli esterni della Nostromo ancora non era stata fatta.

Alla fine, il supervisore degli effetti speciali Brian Johnson, sotto pressione perché doveva costruire un grande modello della Nostromo, entrò del dipartimento artistico deserto e, frustrato, strappò tutti i disegni di Chris Foss dalle pareti e li portò ai Bray Studios. Lì avrebbe personalmente scelto il disegno che gli avrebbe permesso di avere abbastanza tempo per costruire quella dannata cosa.

In seguito scoprii che Brian aveva preso tutti i miei disegni per gli esterni della nave. Circa un mese dopo mi venne detto che Brian aveva usato i miei disegni come base per il modello, ad eccezione del fatto che lì la nave era colorata di giallo: Ridley trovò il colore un po’ vistoso e gli preferì il grigio.


L.

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9 pensieri su “Ron Cobb ricorda la Nostromo

  1. Senza nulla togliere a quel grande talento di nome Chris Foss, direi che Brian Johnson (mio mito special-effettistico personale assieme al sodale Nick Allder) non ha comunque fatto una cattiva scelta con i lavori di un altro grande talento come Ron Cobb 😉

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