Syd Mead ricorda la Sulaco

Traduco una breve intervista che il sito James Cameron on line ha dedicato a Syd Mead, in data purtroppo ignota.


Syd Mead è uno dei più apprezzati concept designer del nostro tempo, essendo stato responsabile di molti progetti, dai film ai giocattoli. Fra i suoi lavori ci sono concept per Blade Runner, Tron, Aliens e 2010, film di fantascienza che hanno ispirato moltissimi artisti visivi.

JamesCameronOnline.com ha avuto il grande piacere di condurre un veloce “domanda e risposta” con Mead, focalizzandosi sul suo lavoro per Aliens. Ha disegnato l’intera anve USS Sulaco, sia i suoi interni che il suo esterno, ed anche la dropship e l’APC.

Hai lavorato con grandi classici della fantascienza, ma sei anche fan del genere in cui maggiormente sei stato coinvolto?

Ho sempre disegnato astronavi, sin da piccolo. Al liceo ho scritto un racconto su un eroe che intercettava una strana astronave gigante nell’orbita di Marte. Quando avevo quattro o cinque anni mio padre mi leggeva le storie di Flash Gordon e Buck Rogers: ed era un ministro battista! Quand’ero studente a Colorado Springs ho incontrato Robert Heinlein nella sua casa di Broadmoor. Ho letto Asimov e vari altri autori di fantascienza molto prima di iniziare a lavorare nel cinema.

Prima di lavorare ad “Aliens” eri fan o conoscevi il primo “Alien”?

Ero un suo grandissimo estimatore. Ridley Scott ha infranto tutti i luoghi comuni su ciò che consideravamo “veicolo spaziale”, con la sua Nostromo. Non so chi l’abbia disegnata, ma ovviamente l’ha fatto con l’approvazione di Ridley [in realtà è stata scelta a caso fra i bozzetti di Ron Cobb. Nota estrusca]: il design era dinamite, completamente differente dal solito. Gli interni, gocciolanti d’umidità, il gioco delle indennità di rischio tra due membri dell’equipaggio… grande sceneggiatura e brillante regia.

Quando hai iniziato ad abbozzare la Sulaco, ti sei attenuto allo stile del primo film?

Non del tutto. Ho ricevuto tramite corriere uno scritto di Cameron mentre ero un giudice di Miss Universo, in Florida. Mi sono attenuto alla descrizione scritta, che parlava di «una foresta di antenne che entra in scena dalla sinistra». All’inizio ho disegnato una nave a forma sferica, poi Cameron mi ha corretto commentando che quel modello doveva passare davanti all’obiettivo senza perdere la messa a fuoco. Buttò giù lo schizzo di uno specie di sottomarino, lungo e piatto. Seguii questo indizio ed uscì fuori la Sulaco. Il mio disegno per la nave è diventato quello visto nel film, senza alcuna modifica.

Ti ha dato fastidio che Cameron ti abbia dato indicazioni così precise, in qualche modo limitando la tua creatività? O semplicemente è stato utile avere un’idea già pronta?

Era una delizia lavorare con Cameron. All’epoca aveva una casa a Mulholland Drive ed era sposato con Gale Ann Hurd [co-produttrice di Aliens. Nota etrusca]. I suoi disegni furono di grande aiuto. Ridley, per esempio, quando lavoravo a Blade Runner faceva continuamente schizzi alla Moebius che mi erano enormemente d’aiuto, nel creare scene fra le strade, e permetteva alle mie proposte di arrivare fino a Lawrence Paull [art director del film. Nota etrusca] praticamente immutate.

Cameron ha dato indicazioni precise sugli interni della Sulaco?

Non che io ricordi. Per esempio ridimensionai le sezioni trasversali e longitudinali della nave, stabilendo la forma dell’area di attracco così come poi è stata costruita nel più grande dei teatri di posa dei Pinewood Studios.

Gli altri interni sono stati concepiti seguendo i canoni della marina militare: tutto era chiuso a chiave, girevole, ecc. La sezione del sonno criogenico e i bagni con docce semplicemente seguivano la logica del design industriale: adattando il disegno alla funzione. Feci anche dei disegni per spiegare come si aprissero le cabine per il crio-sonno: anche quel disegno andò in produzione senza alcuna modifica.

Il cofanetto Alien Quadrilgy suggerisce che il disegno dell Sulaco simolizzi ed abbia forti reminiscenze del fucile ad impulsi visto nel film. Sei d’accordo? Era intenzionale?

Non l’ho mai sentito prima. Ho concepito la Sulaco come un cargo per viaggi interplanetari pesamentemente corazzato, con un sacco di porte, una gru e un’implementazione di materiale militare nell’ottica di una configurazione funzionale sia per la guida che per la cura del corpo. Forse la teoria è nata dai “fucili” ai due lati dello scafo.

Secondo te la Sulaco è più cargo o più nave da guerra?

Come ho già detto prima, un cargo adibito a missini di supporto.

Ringraziamo di cuore Syd Mead per le sue risposte e gli auguriamo buona fortuna per tutti i suoi progetti.


L.

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