[1993-09] Aliens: Labyrinth

Cover di John Bolton

Cover di John Bolton

Il 1° settembre 1993 la Dark Horse Comics di Mike Richardson sforna l’ennesima eccellente storia aliena, testimoniando un grande impegno e infinita passione per questo universo xenomorfo. Ma soprattutto, una cattiveria senza limiti.
Aliens: Labyrinth è un pozzo oscuro in cui lo sceneggiatore Jim Woodring getta il lettore, con la complicità dei disegni nervosi e sofferenti di Kilian Plunkett, che tornerà nel mondo xenomorfo con Aliens: Berserker (1995) ed Aliens: Kidnapped (1997).

Incontriamo un altro mad doctor, a dimostrazione che l’universo alieno non ne è mai sazio: il dottor Paul Church, indovinate un po’?, sta portando avanti importanti esperimenti e spendendo un mucchio di soldi per riuscire a controllare la potenza distruttrice degli Aliens. Come sempre, l’esercito americano è ben contento di riuscire ad ottenere un’arma potenzialmente invincibile, e come sempre ci sarà sangue e morte per tutti.

Capoccia aliena secondo Kilian Plunkett

Capoccia aliena secondo Kilian Plunkett

La superficie è solcata da cellule di hurlantio rivestite di fullerite. La struttura interna è composta da neuroni solidi in due ventagli binari. Molto, molto densa.

Il colonnello Anthony Crespi è un veterano degli scontri con gli alieni – il flashback che apre il volume è in realtà Aliens: Backsplash, storia breve apparsa in anteprima su “Dark Horse Comics” n. 13, maggio 1993 – è incaricato di controllare cosa stia combinando il dottore pazzerello, ma nulla lo ha preparato a ciò che sta per scoprire.

La storia di Paul Church è di quelle che non si dimenticano.
Atterrato con la famiglia su un pianeta infestato, si ritrova imprigionato in un alveare e comincia una discesa agli inferi senza eguali. Gli alieni stanno soffrendo di una malattia che ben presto li porterà ad estinguersi, su quel pianeta, e stanno tentando di tutto per sopravvivere… facendo cioè esperimenti di ogni tipo con i soggetti umani che rapiscono. Church si ritrova testimone di abominî che fanno accapponare la pelle, torture orrende che un umano non dovrebbe neanche pensare e che solo un fumettista malato può aver avuto voglia di creare: cose che non dimenticherete facilmente…
Non vi dico di più perché dovete soffrire leggendo questo agghiacciante stupendo albo, per scoprire che la scienza… è la più sottile delle vendette!

L’edizione cartonata americana dell’agosto 1995 vanta un’introduzione firmata da S.D. Perry, brava “novellizzatrice” figlia del mitico Steve Perry.
Ecco l’incipit della sua presentazione:

Sono dappertutto, gli alieni.
Tunnel nascosti, angoli bui, creature nere e viscide che aspettano… di nutrirsi.
Proprio quando pensiamo che non ci siano più modi per spaventarci, quei denti metallici scattano e tornano ad attaccarci.
Non ero grande abbastanza per cogliere quel primo mostruoso essere che attaccò senza pietà l’equipaggio della Nostromo, almeno non al cinema. Ricordo di essere sgattaiolata in sala per vedere quel film sulla TV via cavo mentre i miei genitori dormivano, con un volume bassissimo e sempre vigile per ogni rumore in casa mentre Ash sputava il suo liquame su Ripley, e l’apparentemente indistruttibile alieno veniva finalmente gettato nello spazio: avevo 12 anni e ormai ne ero catturata. E dovevo lasciare le luci accese quando tornavo di nascosto a letto…

Invece l’edizione italiana – basata sulla ristampa in volume del maggio 1997 – ha una breve introduzione di Fabio Zucchella. Massimo rispetto per lui, ma se avessero inserito anche la Perry sarebbe stata una bella mossa.

Ecco l’incipit di Alveare dell’incubo, la presentazione di Zucchella:

Il percorso di questo Labyrinth è una strada senza ritorno.
Qual è l’esatta natura degli esperimenti sulle creature aliene che il colonnello medico Paul Church sta eseguendo a bordo della nave spaziale Innominata? Le indagini di Anthony Crespi, anche lui medico e anche lui in carriera militare, portano a un’unica apparente conclusione: gli studi di Church stanno preparando l’avvento di nuovi paradigmi scientifici, ovviamente destinati ad accrescere i profitti e le opportunità del complesso militar-industriale.
[…]
È inevitabile: finito di leggerlo, chiudete questo volume e sperate di non trovare i mostri all’angolo della strada. Ma non illudetevi: quando vi troveranno, non ci saranno prigionieri. L’incubo è soltanto iniziato.

Aliens Labyrinth arriva in Italia grazie alla bolognese Phoenix guidata da Daniele Brolli, che nell’aprile 1999 porta in libreria e fumetteria Aliens Labyrinth: il labirinto degli orrori con la traduzione di Margherita Galetti: uno scontrino lasciato provvidenzialmente al suo interno mi ricorda che ho acquistato il volume il 14 ottobre 2002.

L.

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  3. Anziché portare sul mensile i peggiori one shot, la saldaPress non potrebbe riproporre questa storia?
    Tra l’altro io ho un dubbio: con la prossima pubblicazione di due volumi “Grandi Maestri” cosa rimarrà per l’albo da edicola? Siamo vicini alla chiusura?
    Sarà che mi ricorda quando ero bambino, ma io preferisco l’appuntamento mensile in edicola ai volumi cartonati e costosi.

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    • Concordo, e le storielline cominciano a finire, mentre restano inedite saghe come questa ma anche come l’inedita Berserker, che si ricollega ad un grande ciclo con alieni, Predator, sintetici, armature e Machiko… una secchiata di grandi personaggi per una lunga serie di storie tutte inedite in Italia. Invece a quanto pare è meglio perdere tempo con storielline del tutto dimenticabili…

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    • Proprio in questi giorni mi sono leggiucchiato il romanzo di S.D. Perry tratto da “Berserker”, e togliendo lo stile noiosissimo dell’autrice mi ha colpito le grandi potenzialità della saga, ed è un peccato non sia mai arrivata in Italia.

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