Borg Queen (4) Unimatrice Zero


Un’altra Regina per sempre

Il 15 marzo 2002 il “Rosie O’Donnell Show“, condotto per l’occasione da Caroline Rhea, ospita prima William Shatner e poi Susanna Thompson: una spremuta di Star Trek! A vedere la puntata è chiaro che il mondo dell’intrattenimento non ha molta stima delle serie di fantascienza: addirittura Shatner dimostra di non seguire le nuove serie Trek. Per avere un impatto ancora di più forte di quanto gli universi narrativi siano considerati spazzatura da “quelli fighi”, basta seguire l’intervista di Jery Ryan al “The Late Late Show with Craig Kilborn” (1° novembre 2001), quando le viene chiesto se interpreta una Borg come se fosse una malattia venerea.

Tutti gli infedeli avranno modo di conoscere meglio i Borg, una volta assimilati

Sarebbe bello poter dire che ora non è più così, che ora finalmente tutti hanno capito che gli anni Ottanta sono finiti, i nerd hanno vinto e gli idoli dello sport e della musica non sono più fighi, anzi semmai idoli tossicodipendenti da non imitare, invece il gusto è ancora quello, visto che in anni recenti il comico britannico Bill Bailey ha spiegato in TV che suo figlio non si chiama Dax in omaggio all’indimenticato personaggio di “Deep Space Nine”, davanti all’indifferenza generale più gelida. La fantascienza è ancora vista come roba stupida per nerd.

Lasciate credere ai musicisti e agli sportivi di essere ancora loro i fighi…

Torniamo a Susanna Thompson, che mi piace ricordare aver partecipato alla prima stagione di “X-Files” (episodio 1×09, 1993, recensito da Sam Simon).

In quel “Rosie O’Donnell Show” davanti a Shatner l’attrice ricorda il suo “filotto” con Star Trek, avendo partecipando a tutte e tre le serie moderne. In “The Next Generation” è stata la perfida romulana Varel nel delizioso episodio 5×24 (1992) ed è apparsa pure nello “schizzato” 6×21 (1993); in “Deep Space Nine” è stata la dottoressa Kahn nell’episodio 4×05 (1995), dove mette a dura prova la censura televisiva con il suo bacio saffico a Dax: e Ellen Degeneres muta, che lei bacerà Laura Dern in TV solo due anni dopo.

Il bacio che ha scandalizzato il Quadrante Alpha

Nel 1999 sostituisce Alice Krige nel ruolo di Regina Borg in “Voyager”, come abbiamo visto. Dieci anni dopo, nel 2009, ha lavorato alla miniserie “Kings” nel ruolo della Regina Rose Benjamin, mentre dal 2012 al 2020 è apprezzato membro della serie “Arrow” nel ruolo di… Moira Queen. Insomma, una volta Regina, Regina per sempre.


La verità dietro Sette di Nove

Se già il rapporto fra le due attrici protagoniste di “Star Trek: Voyager” non era idilliaco, dopo due anni la situazione fra la capitana Kate Mulgrew e l’ex Borg Jeri Ryan non è migliorata. «L’anno scorso potremmo aver esagerato un po’ con gli episodi incentrati su Sette di Nove, quest’anno abbiamo cercato di essere più equilibrati». A parlare è Rick Berman, storico produttore di Star Trek che intervistato da “Cinefantastique” (ottobre 2001) ammette che nella sesta stagione (1999-2000) in pratica la serie avrebbe dovuto chiamarsi “Star Trek: Seven of Nine”. Mi pare ovvio che il personaggio della bionda e formosa Borg garantisse grandi ascolti alla serie… ma in realtà c’è dell’altro.

La rivista “Starlog” n. 285 (aprile 2001) ci rivela un pettegolezzo bollente: al momento dell’uscita della rivista l’attrice Jeri Ryan è data per “romanticamente coinvolta” con il produttore e sceneggiatore Brannon Braga: ecco perché Sette di Nove ha avuto così tante ottime storie nella serie, al contrario degli altri personaggi fin troppo lasciati sullo sfondo! (L’attrice divorzia dal marito John Ryan nel 1999, quindi con Braga non era una storiellina: era vero ammmòre!)

Brannon Braga e Jeri Ryan: ecco perché così tanti Borg e Sette di Nove in “Voyager”

Secondo voi, di cosa potrà mai parlare il nuovo doppio episodio di “Star Trek: Voyager”? Che domande: di Sette di Nove e di Borg.

Unimatrix Zero è diviso in due parti: la prima quel 24 maggio 2000 chiude la sesta stagione lasciando in sospeso tutti i fan, che dovranno aspettare l’inizio della settimana stagione, il 4 ottobre successivo, per sapere come finiva la storia. In Italia esce nel giugno del 2004.


L’ammmòre Borg

Anno 2376. È passato un anno da quando Sette di Nove le è scappata da sotto le mani ma ora la Regina ha altro a cui pensare: sta cercando di estorcere informazioni ad alcuni droni riguardo a qualcosa che si chiama Unimatrice Zero, senza però alcun risultato.

C’è chi smonta i Lego, la Regina smonta i droni

Più smantella droni, più stacca teste, meno informazioni ottiene.

«Ahimè, povero Yorick!» (Amleto, atto 5, scena prima)

Invece Sette di Nove scopre tutto semplicemente sognando, attività che le è poco familiare. Nei suoi sogni accede a questa Unimatrice Zero, un posto in cui tanti Borg vanno a rilassarsi, dove possono essere sé stessi, privi cioè di impianti, e dove possono ritrovare l’individualità persa quando sono stati annessi alla Collettività. Non chiedetemi di più, perché Brannon Braga era troppo distratto da Jeri Ryan per scrivere qualcosa di anche solo vagamente accettabile.

«Avevo la tua età quando sono stata assimilata: anche io ero preoccupata, ma quando ho iniziato a sentire gli altri, a sentire i pensieri, ogni paura è scomparsa.»

Brannon ormai perde colpi: quindi ora la Regina dell’intera Collettività Borg è una tizia qualunque che è stata assimilata da ragazzina? Braga stesso nelle precedenti interviste parlava di una Regina creata appositamente, ora invece esce fuori che è un processo democratico? Si diventa Regina per acclamazione o cosa?

Un giorno anche tu, ragazzino, potresti diventare Re dei Borg, tanto ormai vale tutto

Già all’epoca l’angolo della posta delle riviste di fantascienza era sommerso da lettori che chiedevano conto degli sfondoni che questo episodio regala a piene mani, con i giornalisti che cercavano di spiegare come fosse inutile farsi domande.

Che cosa riempia la mente di Braga è chiaro, visto che qui Sette di Nove conosce un risveglio sessuale che la spinge tra le braccia del mollicone che conosce in Unimatrice Zero: il galletto Brannon è troppo occupato a descriverci i turbamenti erotici dell’ex Borg per andare a controllare una qualsiasi Bibbia di Star Trek, così da evitare di riempire l’episodio di errori sempliciotti.
Per esempio su “Cinefantastique” un lettore chiede come mai in Unimatrice ci sia una tizia assimilata durante la battaglia di Wolf 359 quando in quell’evento l’unico Cubo Borg presente viene distrutto: da dove è arrivata ’sta tizia? Il curatore dell’angolo della posta si limita a rispondere che gli autori se ne sono dimenticati: in fondo è solamente il loro mestiere, aggiungo io, per cui sono molto ben pagati…

Stavolta la Regina è stata abbandonata dal suo sceneggiatore

Intanto Janeway chiede al Dottore di prepararle un virus che ammazzi tutti i Borg: fatto. Ah, già fatto? Era così facile? Perché non ci hanno pensato tipo dieci anni prima, così da risparmiarsi qualche milione di morti? Così, certe cose ti vengono in mente solo dopo.

Col virus in tasca, l’equipaggio della Voyager fa a botte per offrirsi volontario e andare a morire ammazzato al cospetto della Regina: appena mettono piede sul Royal Cube, vengono fatti prigionieri e borgizzati. Tranquilli, faceva parte del piano.
Fatemi capire, Sette di Nove passa la sua intera vita con delle robe in faccia e una mano mezza inguaiata perché è impossibile toglierle gli impianti Borg, invece tutti gli altri personaggi diventano Borg e tornano umani ogni tre per due, senza alcun problema. La volta scorsa ci hanno mostrato gente a cui veniva segato via un braccio per impiantare roba Borg, ma poi ai nostri eroi non succede niente e diventano Borg o umani a seconda di come si svegliano quella mattina.

Il “colpo di scena” che chiude la sesta stagione: la capitana borgizzata

Il piano machiavellico della Janeway è di rimanere umana nella sua borgitudine – non si sa come e non si sa come faccia la Regina a non sentire che non sono stati assimilati – così da piazzare il virus e ammazzare tutti i Borg.
Intanto la Regina ha trovato l’Unimatrice Zero e ci si presenta: perché lei rimane Borg mentre tutti gli altri in quel posto tornano umani? Ha appena detto che lei è nata umana, perché rimane Regina?

Brannon Braga è troppo occupato a spupazzarsi Jeri Ryan per impegnarsi a scrivere una storia vera, quindi la parte migliore del doppio episodio… è andarsi a leggere la stroncatura del romanziere Keith R.A. DeCandido, sul sito della casa editrice Tor Books. Lo scrittore fa notare come ormai la Regina sia diventata un cattivo da fumetti, ci manca solo che agiti il pugno in aria mandando improperi ai buoni. Che fine ha fatto lo spaventoso essere visto in precedenza?

Tranquilla, capitano: non è un Cubo Borg, è la Casa delle Libertà

Non serve elencare qui la mole imbarazzante di errori e sfondoni identificati da DeCandido, in pratica ogni singola parola pronunciata in questo doppio episodio va in contrasto con quanto detto in precedenza, segno che Brannon Braga proprio aveva altre cose per la testa e nessuno della produzione ha trovato il coraggio di chiamare un qualsiasi stagista per correggere la mole di errori che il copione presenta.
La Regina che chiude gli occhi e fa attivare l’autodistruzione del suo Cubo è un atto di pura misericordia, per evitare altre umiliazioni.

Voglio la testa di Brannon Braga!

In un’intervista presente nei contenuti speciali della serie l’attrice racconta che è tornata a indossare i panni di Regina solo mettendo in chiaro che voleva delle pause durante le lunghe ore di riprese, visto che la volta precedente aveva trovato l’esperienza fisicamente massacrante.

Per finire, segnalo la recensione di Sam Simon della prima e seconda parte di questo doppio episodio.

(continua)

L.


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