[1992-06] Waxwork 2

Oggi sull’altro mio blog, “Il Zinefilo“, presento Waxwork II. Scomparsi nel tempo (Waxwork II: Lost in Time, 1992; in VHS Fox Video 1994) all’interno dell’evento estivo “Notte Horror”: estendo la mia partecipazione qui per presentare l’incredibile citazione-parodia aliena.

Con trent’anni di ritardo scopro che il britannico Anthony Hickox ha creato una geniale citazione-parodia aliena all’interno del suo secondo titolo dedicato al “Museo delle cere”.

Nella seconda avventura dimensionale della vicenda, Sarah (Monika Schnarre) si ritrova a bordo di una nave spaziale, presentataci strizzando più di un occhio a 2001: Odissea nello spazio (1968): il compositore Steve Schiff crea appositamente un tema sonoro palesemente ricalcato sull’Also sprach Zarathustra (1896) di Richard Strauss usato nel film di Stanley Kubrick.

Canticchiate pure Così parlò Zarathustra, che è quanto vuole il regista

Siamo a bordo di un’astronave ed è subito chiaro che ci sono problemi seri in giro, con feriti e anche qualche morto fra l’equipaggio.

Un disegno un po’ generico, ma comunque un’astronave simpatica

Sarah, che ad ogni avventura perde la memoria di sé e si fonde con il personaggio che incarna, la vediamo con i capelli neri corti e una tuta grigio-azzurrino: direi che possiamo già cominciare a gridare Aliens (1986) a pieni polmoni! Da notare poi come siamo qualche mese prima dell’uscita al cinema di Alien 3 (1992).

La Ripley di Hickox nello stesso anno della terza Ripley al cinema

Mentre un soldato nero beve da un bicchiere uguale a quelli di Hadley’s Hope, un medico sta analizzando un cadavere.

«È incredibile come crescono in fretta, appena si schiudono: da un embrione, una di quelle cose là fuori. Così, in poche ore.»

Mi pare chiaro ci sia una “infestazione” a bordo con creature nate da uova, e un soldato ferito ci informa che quei mostri «ci stanno usando come terreno di coltura». Cos’altro serve per ufficializzare l’ispirazione xenomorfa?

Se non è uno pseudo-chestburster questo…

Scopriamo che gli incauti navigatori hanno avvicinato una navetta che vagava da duecento anni e speravano di recuperare qualcosa di antico per farci soldi, scoprendo invece di aver recuperato solo un mostro che ha iniziato a deporre uova dentro di loro. Ho riassunto una discussione composta quasi esclusivamente da fuckshit, mi piace pensare che sia un modo del britannico Hickox di sfottere i “duri” americani e il loro scarno dizionario.

Dei Colonial Marines parecchio stropicciati

L’allarme rosso ci avverte che stanno per entrare nella cabina di pilotaggio le «creature spaziali», resa italiana del più simpatico space critters, che ricorda i bug di Aliens ma anche il coetaneo Critters: gli extraroditori (1986).

Alla faccia del “critter”!

L’unico modo per affrontare il mostrone è aprire una breccia nella parete e farlo risucchiare nello spazio, quindi tutti si infilano la tuta così da citare pure Alien (1979), che non fa mai male. Poi però si torna al film di Cameron quando il mostraccio infilza con la coda uno dell’equipaggio, sollevandolo in aria.

Un tipico destino “alla Bishop”

Da notare come qui la pseudo-Regina Aliena abbia una bocca molto più simile a un Predator che a uno xenomorfo: che sia il vero antesignano del Predalien?

Che la grafica del Predalien l’abbia inventata (senza saperlo) Anthony Hickox?

La breccia è aperta e tutto viene sparato nello spazio… tranne il mostro dell’astronave!

Lo xenomorfo è come un ospito che non se ne vuole mai andare

Anche quando la situazione sembra finalmente risolta c’è comunque il colpaccio di scena finale con… lo pseudo-facehugger.

La forma sarà diversa, ma la funzione mi pare la stessa

L’altro protagonista della vicenda, Mark (Zach Galligan), arriverà in tempo a salvare Sarah-Ripley, ma gli pseudo-xenomorfi sono duri a morire, e anche lui dovrà affrontarne uno… con la bocca retrattile!

La versione hickoxiana di una bocca retrattile

Far esplodere la nave è l’unica soluzione per bloccare questo mostrone alieno, tanto i nostri eroi Mark e Sarah possono passare alla successiva avventura dimensionale di questo film delirante in maniera deliziosa.

Mi mangio le mani per aver scoperto con trent’anni di ritardo questa incredibile citazione aliena, ma almeno ora può fare la sua figura qui nel blog.

Chiudo con le foto di scena prese da FilmTV.it.

L.

– Ultime scopiazzate aliene:

  • [2022] The Lair - Neil Marshall riempie di strizzate d'occhio aliene la sua storia, sconclusionata e scritta malissimo.
    Un avamposto dei marine in Afghanistan diventa la nuova "Hadley's Hope" quando misteriose creature fuoriescono da un bunker e assediano i soldati.
  • [1987] Deep Space (Dal profondo dello spazio) - Uno dei grandi maestri della serie Z, Fred Olen Ray, dirige per una casa-regina della serie Z, la TWE, uno scopiazzo alieno addirittura ad alto budget, rispetto ai suoi soliti film.
    Il Governo sta facendo esperimenti nello spazio con una creatura studiata per essere l'arma perfetta, ma la nave cade sulla Terra e nel solito paesino americano una creatura palesemente xenomorfica inizia a mangiarsi la gente.
  • [2004-03] Creature (Alien Lockdown) - La Nu Image Films produce per la TV una deliziosa scopiazzata da Aliens.
    La comandante Talon guida una squadra di soldati futuristici a indagare cosa sia successo in un laboratorio segreto nelle Montagne Rocciose, dove il dottor Woodman ha appena liberato quella che considera la sua personale creazione: un organismo perfetto creato con DNA alieno e dall'aspetto... parecchio da Predalien!
  • [2023-04] Alien Invasion - Un autore di serie Z profonda si diverte a raccontarci la storia di una casa isolata "assediata" da uno xenomorfo: riusciranno i giovani dementi protagonisti a sopravvivergli? Ne dubito...
  • [1981-10] Il pianeta del terrore - Per festeggiare i 69 anni di James Cameron torno a quando era un vero artigiano del cinema, anche nella serie Z.
  • [1992-06] Waxwork 2 - Con trent'anni di ritardo scopro che il britannico Anthony Hickox ha creato una geniale citazione-parodia aliena all'interno del suo secondo titolo dedicato al "Museo delle cere".
  • [2020-10] Tremors: Shrieker Island - Un film spernacchione pieno di strizzate d'occhio ad Alien e Predator: quale miglior commiato per l'eroe che non trema?
  • [2013-02] Spiders 3D - Tibor Takács copia dai migliori, cioè da Aliens, e fa uscire i ragnomorfi dalle fottute pareti.
  • [2022-01] Project Gemini - La fantascienza russa scende di livello, ma almeno copia sempre da Alien: bene così!
  • [1995-10] Wes Craven’s Mind Ripper - Il figlio di Wes Craven scrive un'immane porcata ma la riempie di citazioni aliene da applauso!

10 pensieri su “[1992-06] Waxwork 2

  1. Pingback: [Notte Horror 2023] Waxwork 2 (1992) | Il Zinefilo

    • Erano anni in cui anche la serie Z aveva non solo qualche soldo da spendere ma soprattutto un buon gusto. Si cercava di avvicinarsi alle grande produzioni che avevano grande fotografia e senso della scena: oggi la serie A è spazzatura, è solo uno screensaver fatto al PC, non va imitata in alcun modo, e infatti paradossalmente è la serie Z che cura di più i prodotti, ma è sempre un gioco dove perdono tutti.

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  2. Anche se con trent’anni di ritardo, adesso il suo posticino d’onore sul blog alieno ce l’ha (ma un giorno ci dirai che stavi solo scherzando, e che la citazione aliena l’avevi riconosciuta fin dal primo momento) 😉

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    • L’assenza di questo film nel mio database di film visti mi conferma che dieci anni fa in realtà ho visto solo l’inizio, mettendo stop una volta che la mano monca è uscita di scena: all’epoca stavo studiando il cinema delle mani assassine (molto più ricco di quanto si possa pensare) e solo quello mi interessava, il che è stato un madornale errore, visto che ha ritardato di dieci anni la scoperta di questo gioiello, con cui comunque avevo già accumulato un ritardo ventennale.

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      • All’epoca del mio viaggio non era ancora disponibile quell’episodio, che per fortuna ora invece è su RaiPlay. All’epoca non è stato facile neanche recuperare il racconto originale in italiano, usato come base per un film che se non sbaglio pure quello non si trova in italiano, comunque de Nerval è un autore sì “manesco” ma dei meno forti. Preferisco Peter Lorre che guarda una mano monca uscire da una scatola nera, anticipando Mano degli Addams 😛

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