Traduco il primo articolo che la rivista specialistica “HorrorHound“, n. 24, dedica all’uscita del film Predators (2010), cioè un’intervista al regista Nimród Antal.
Come sempre, l’entusiasmo è grande, sia da parte dell’intervistatore che dell’intervistato, tutti vaticinano un grande successo e una grande risposta di pubblico, e tutti rimarranno delusi, come sempre. Il fatto stesso che tutti continuino a sputare su i due AVP – come fanno qui sia l’intervistatrice che l’intervistato – conferma la consolidata abitudine presente in tutte le saghe: tutti i recenti film fanno schifo, ma il mio sarà bellissimo. Poi esce e fa schifo, e il regista successivo ci sputerà sopra dicendo che il suo, invece, sarà bellissimo. E via così.
Antal a detta di tutti (anche di lui stesso) è uno di noi, un fan alieno della prima ora, eppure anche lui fallisce, sebbene non certo per colpa sua.
Predators:
Se sanguina, possiamo ucciderlo ancora
di Jessica Dwyer
da “HorrorHound”
n. 24 (luglio 2010)
Intervista con Nimród Antal e Robert Rodriguez
Il Predator originale è stato distribuito nel 1987 ed è diventato uno dei più iconici e preferiti ibridi fanta-horror di tutti i tempi, al pari di Alien (1979) e L’invasione degli ultracorpi (1956). Non si era però mai visto un manipolo di eroi del genere contro un invasore alieno, di certo non sulla Terra. Aggiungete a ciò il mito e il mistero che circondavano la creatura stessa e avrete la ricetta per un grande successo. L’aspetto della creatura è stato tenuto segreto fino all’uscita del film, e anche per la maggior parte della vicenda. La scoperta del mostro intero, mandibole e tutto il resto, è ancora una delle scene più belle della fantascienza. Il concetto di una razza aliena che viva per la caccia, la cui intera cultura sia basata sull’apprendimento e l’evoluzione, la creatura più pericolosa dell’universo, piena com’è di armi e con un codice d’onore che fa vergognare i Klingon, era semplicemente troppo bello per i fan.
I Predator sono tornati, nel corso degli anni, una volta nel seguito del 1990, Predator 2, che ha posto le basi per uno dei più grandi crossover della storia del cinema, grazie alla comparsa di un teschio alieno alla fine del film. Quell’inquadratura ha dato vita alla serie di fumetti Alien vs Predator, nonché a un franchise cinematografico a sé stante. [Errato: i fumetti sono usciti prima di quella scena! Nota etrusca] Libri e film amatoriali hanno seguito l’esempio, ma un nuovo vero film di Predator non si è più visto, sin da quando Danny Glover si è allontanato dal suo incontro impugnando come “trofeo” una pistola del 1715.
Saltiamo al 2010 ed entra in scena Robert Rodriguez, un fan dei film originali e degli stessi Predator: Rodriguez aveva scritto una sceneggiatura anni prima per un progetto sfortunato. Poi qualche anno fa la Fox gli ha chiesto un aiuto per rilanciare il franchise con uno stile a tinte forti. Rodriguez è salito a bordo per produrre il film, facendo riscrivere il copione ad Alex Litvak e Michael Finch. Mentre molti pensavano che Rodriguez stesso avrebbe diretto il nuovo film, quel compito è toccato a Nimród Antal.
Il nuovo arrivato si intitola Predators (una strizzata d’occhio ad Aliens, il seguito “plurale” di Alien). Antal e Rodriguez volevano entrambi che questo nuovo film tornasse alle radici dell’originale (nessuna menzione dei due AVP, ma i fan possono aspettarsi alcuni riferimenti al Predator originale, così come a Predator 2). Volevano anche che questo film fosse più focalizzato sui personaggi, come il primo Predator, più incentrato sugli umani e sulla storia della loro sopravvivenza contro le creature.
Come si vede nei trailer, questo film è ambientato su un pianeta-riserva, un terreno di caccia per i Predator: le creature rapiscono gli umani più forti che riescono a trovare e li portano nella riserva per inseguirli e infine ucciderli. Questa volta un nuovo gruppo viene portato sul pianeta, tra cui Royce (Adrien Brody) un ex soldato, Edwin (Topher Grace) un ex medico, Isabelle (Alice Braga) un cecchino, Chuchillo (Danny Trejo) un sicario del cartello, Nikolai (Oleg Taktarov) un commando, Mombassa (Mahershalalhashbaz Ali) un ufficiale della squadra della morte, Stans (Walton Goggins) un condannato a morte e Hanzo (Louis Changchien) un sicario della Yakuza. I Predator sono ovviamente molto diversi tra loro quando scelgono la loro preda. Ma è anche ovvio che vogliono la preda più pericolosa e letale da qualsiasi pianeta stiano selezionando.
Quando il gruppo arriva, si rende conto di essere braccato da qualcosa che potrebbe effettivamente essere più pericoloso di loro. Scoprono anche di non essere i primi ad essere stati portati nel terreno di caccia quando incontrano Noland (Laurence Fishburne), un soldato americano che è riuscito a sopravvivere nascondendosi sul pianeta. Si è anche scoperto che questi predatori sono più avanzati di quelli che conoscevamo. Questo è un campo di allenamento per una razza di “super Predator” che alza di molto la posta in gioco.
“HorrorHound” ha avuto la rara opportunità di parlare sia con il regista, Nimród Antal, sia con lo scrittore/produttore, Robert Rodriguez, della creazione di Predators e dell’esperienza di essere grandi fan della serie. Prima Nimrod Antal. Ecco cosa ha detto su questo entusiasmante progetto:
Sei un fan dei film originali… è questo che ti ha attratto di più del progetto?
Nimrod Antal: Sì, è stata la prima cosa che mi ha attratto. Ero un grande fan del film originale, l’ho visto la sera dell’inaugurazione a Westwood quando avevo 14 anni. Sono uscito il giorno dopo e ho trovato il poster, l’ho tenuto appeso al muro per anni. Sono stato un grande fan del franchise sin da quando ero bambino. Sono andato a vedere il secondo film e da allora li ho amati. Ho collezionato i fumetti della Dark Horse, quindi sono un fan da molto, molto tempo. Ero molto preso dal materiale quando sono salito a bordo.
Cosa ne pensi dei film recenti, il primo dei quali è stato vietato ai minori di 13 anni? Era questo uno dei motivi per cui volevi tornare alle sanguinose radici del franchise?
Amavo i fumetti. Ho adorato i fumetti di AVP e ricordo di essermi emozionato alla fine di Predator 2, quando ho visto il teschio alieno sul retro della nave. Per quanto riguarda gli ultimi film, quei film hanno virato in diversi generi, non erano proprio quello che era il primo del 1987: quello puntava molto di più sulla suspense, la tensione che si costruiva e si creava. Il Predator è protagonista solo degli ultimi istanti del film e il mostro non è stato rivelato per gran parte della vicenda. Quel tipo di film, insieme al fantastico disegno della creatura e a John McTiernan, che stava dirigendo, e alla fantastica colonna sonora: c’erano molte cose che si sono unite per renderlo fantastico. Ma penso che una delle cose che rendono l’originale così di successo è stata la tensione e la suspense. Ed era qualcosa su cui ci siamo concentrati e abbiamo cercato di reintrodurre nel franchise.
I nuovi film sembravano essere più incentrati su “Oh guarda, abbiamo un Alien che combatte i Predator, quanto è fantastico?” (invece di concentrarsi sullo sviluppo dei personaggi e sulle loro reazioni nei confronti di ciò che sta accadendo), e non c’era davvero nient’altro.
Fino ad oggi, Mac, Billy e Dutch sono nomi che ricordi: non sono sicuro di poter nominare i personaggi degli altri film. Ho adorato i film di Predator e ho adorato i film di Alien… semplicemente non mi piace quando i due si incontrano. Penso che le intenzioni di tutti fossero giuste, ma è davvero difficile ottenere quegli elementi per far funzionare qualcosa.
Il cast di “Predators” è davvero impressionante. Molte persone sono sorprese dal livello che hai ottenuto, con un vincitore dell’Oscar come Adrien Brody o Lawrence Fishbume, noto per ruoli molto più seri, come in “Matrix”, oppure ora per il suo lavoro in “C.S.I.”. I fan sanno che questi film hanno molto di più di quanto la maggior parte delle persone pensi. Era previsto questo tipo di casting?
Voglio sempre lavorare con grandi attori, non importa che genere sia o che lingua si parli: ovunque tu sia o qualunque cosa tu stia facendo come regista, stai facendo un disservizio a te stesso non circondandoti di persone di talento. Ho sempre questo approccio, non importa quale film sto facendo, voglio sempre avere grandi attori. Una domanda diversa è se siano disposti a salire a bordo o meno: in questo caso siamo stati fortunati: Laurence Fishbume è un grande fanatico della fantascienza, è un nerd come noi. L’ho visto impazzire sulle collezioni di laserdisc di “Star Trek”. L’ho visto, c’ero. Anche Brody era un fan, ha mostrato grande entusiasmo per il ruolo. Quindi, quando un attore vincitore dell’Oscar che dice “Ehi ragazzi, mi piacerebbe farlo”, usarlo è la mossa giusta.
E Brody ha messo su muscoli per il ruolo, giusto?
È davvero pompato in questo film. C’è una scena alla fine in cui si toglie la maglietta e tutti possono giudicare da soli.
C’è anche Topher Grace. È il personaggio viscido alla Paul Reiser di “Aliens”? Perché sembra che ce ne sia sempre uno in questi film.
Non voglio entrare nel merito perché è una delle parti più intriganti del film, vedere la cipolla disfarsi strato dopo strato. Tutti i nostri personaggi in questa storia sono persone pericolose… tutti loro. Sono persone cattive che fanno cose cattive, ed è per questo che sono state scelte. E il signor Grace è uno di quelli.
Com’è stato lavorare con i grandi effetti speciali che questo tipo di film comporta?
È una cosa divertente. Mi è stata fatta questa domanda un paio di volte e all’inizio, quando stavano cercando di capire chi avrebbe diretto il film, so che era una grande preoccupazione, del tipo “Ha già fatto film con effetti speciali?”. La cosa divertente è che è che questo genere di film è in linea con tutto il resto del cinema. Voglio dire, il mio compito è immaginarlo, poi esprimere ciò che spero di ottenere e quindi essere aperto a tutte queste idee che le persone di cui sei circondato ti lanciano. Poi alla fine il mio compito dev’essere una sorta di filtro, per lasciar passare le buone idee e fermare le cattive. Gli effetti visivi sono praticamente gli stessi. Ti viene un’idea, e cerchi di esprimere quell’idea, e poi hai un gruppo di artisti di grande talento che ti lanciano tutte queste grandi idee, un mucchio di idee che non sono tue. Ma devi essere abbastanza sicuro di te da ascoltare un sacco di persone, trovare la cosa che vuoi e svilupparla. Da quel momento in poi, tutti questi artisti di talento ti terranno la mano per aiutarti a farlo accadere.
Non è mai stata una cosa intimidatoria per me. “Oh Dio, non ho mai avuto un mostro in CGi sullo schermo prima d’ora”. Ti viene in mente che aspetto abbia quel mostro e come si muova, ti vengono in mente quelle idee e se sei abbastanza fortunato da avere un gruppo di persone capaci che ti lanciano tutte queste grandi idee, allora sei a posto.
Hanno già vistato il film?
Abbiamo avuto un divieto ai minori. Non c’è una via di mezzo, i fan dell’horror possono stare tranquilli. Abbiamo colonne vertebrali strappate, più di un “fottiti” e un sacco di cose brutte.
C’è una scena o un evento sul set che può incarnare questo come un sogno che diventa realtà per te come fan?
È stato davvero un sogno diventato realtà. Penso che abbiamo girato per ben tre o quattro settimane prima ancora di vedere un Predator: dopo circa trenta giorni dall’inizio delle riprese ero lì e ho visto questo Predator camminare sul set. Quell’immagine era probabilmente più bella di Fonzie. Sono grandi… Una storia divertente. Stavo cercando di dare [a un Predator] un’idea di cosa speravo di ottenere da una scena. Hanno queste grandi teste con questi aiutanti che muovono le mandibole e tutto il resto. Lo guardo, e tra l’altro sono alto un metro e novanta… Lo guardo e dico: “Ehi, questo è quello che speravo di fare”. E non poteva sentirmi a causa degli aiutanti. Guarda in basso e grida “COSA?” E io dico: “Dammi un momento, ho bisogno di andare laggiù e cambiarmi i pantaloncini”. [ride]
Devo dire che questo è il film per il quale molte persone, me compresa, sperano che sia IL film dell’estate.
Lo apprezzo, e devo dirlo: nell’ambiente politicamente corretto in cui devi lavorare come regista, sai che devi esprimere entusiasmo. La cosa divertente qui è… questo film non è stato realizzato da persone a cui potrebbe importare di meno del franchise di Predator, è stato realizzato da persone che amavano davvero quei film. Mi è piaciuto molto il film originale, e questo era ciò che era più importante per noi. Ogni decisione che è stata presa per questo film è stata “I fan penseranno che sia bello?” E questo è qualcosa con cui tutti erano d’accordo, ed era qualcosa che era sempre nei nostri pensieri.
L.
– Ultime riviste:
[2000-02] Walter Hill su “Cinefantastique” - Traduco un passaggio di un'intervista a Walter Hill in cui parla brevemente della saga di Alien, argomento che non ama affrontare.
[2022-09] Prey su “SFX” 356 - Traduco la recensione del film Prey (2022) apparsa sulla rivista specialistica "SFX" n. 356 (settembre 2022) a firma di Neil Smith.
[2022-10] Prey su “Empire” 406 - Traduco la recensione del film Prey (2022) apparsa sulla rivista "Empire" (UK) n. 406, ottobre 2022, a firma di James Dyer.
[1991-01] Predator 2 su “Starlog” 162 - Traduco l'articolo che la rivista "Starlog" dedica a Kent McCord, divo del piccolo schermo che va ad arricchire il campionario dei personaggi di contorno di Predator 2 (1990).
[1992-06] Predator 2 su “Game Zone” 8 - Traduco l'anteprima britannica di un videogioco nato non certo senza parecchi problemi.
[2022-08] Prey su “SFX” 355 - Traduco il lungo spazio che questa nota rivista specialistica dedica alla "cacciatrice" di Disney+.
[1996-01] James Cameron su “Starlog” 222 - Per festeggiare il compleanno di Jim Cameron traduco una sua intervista all'epoca del suo ultimo vero impegno nel fantastico.
[1990-12] Predator 2 su “Starlog” n. 161 - Traduco questo ricco speciale della rivista specialistica "Starlog" dedicato all'uscita in patria del film Predator 2, con interviste a regista e sceneggiatori.
[2010-12] Alien Saga su “Home Cinema” - La rivista di recensioni di film e tecnologia home video infarcisce questo numero di foto e recensioni aliene.
[2000-08] Commenti sagaci alieni su “Starlog” 277 - Sul numero di agosto 2000 della rivista "Starlog" trovo una deliziosa "vignetta aliena" che propone alcuni "commenti sagaci" fra cui il lettore può scegliere il giorno che si ritroverà inseguito da uno xenomorfo.
Quella di parlar male dei due bistrattati AVP usandoli come termine di paragone (sbagliato) è diventata da molto, troppo tempo la regola fissa degli addetti ai lavori per continuare a distogliere l’attenzione del pubblico dal fatto che sono i SINGOLI franchise a funzionare male da anni, NON i loro caciaroni (nonché incolpevoli, essendo casi isolati) crossover…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Soprattutto trovo assurdo che in una saga che non ne azzecca una al cinema dal 1992 guarda un po’ le critiche sono solo per AVP: però all’epoca sia i giornalisti che gli autori gridavano al grande capolavoro. Forse se la smettessero di gridare e cominciassero a studiare gli universi che sporcano ci guadagneremmo tutti.
Ah, il primo AVP era fatto dal più grande regista mai nato, Paul Anderson, il figlio di Kubrick, in più grande regista mai apparso nell’universo, gli italiani svenivano dal piacere al solo nominarlo: com’è che non lo sento più citare da anni? 😛
"Mi piace""Mi piace"
Già! Razza di ingrati, eh? Ci scommetto che adesso direbbero di essere stati fraintesi: è ovvio che hanno sempre parlato di Paul THOMAS Anderson (il THOMAS era sottinteso, dovevamo capirlo) 😛
"Mi piace"Piace a 1 persona
Per anni e anni ho dovuto sopportare l’apologia di quel dio in terra di Anderson, secondo solo a Tarantino, e ovviamente ero Leggenda quando dicevo che era un ottimo regista ma sbagliava insistendo a fare pure lo sceneggiatore, visto che il difetto principale di tutti i suoi film è una storia ridicola e una sceneggiatura da mani in faccia. Toh, AVP è stato scritto da Anderson e viene usato come metro di paragone come peggior film alieno: dove sono tutti quei fedeli adoratori di Anderson nell’alto dei cieli? Che ingrati, i fedeli…
"Mi piace""Mi piace"
Non mi stupirei per niente se oggi tutti quei fedeli -o almeno la maggior parte di loro- fossero passati dalla fase Anderson alla cieca adorazione del “nuovo” Scott che però, a differenza di Anderson, continua a prendersi dannatamente sul serio (qualora non se ne fossero accorti)…
"Mi piace"Piace a 1 persona
In effetti le scene di scomposto e immotivato entusiasmo che genera il semplice nominare Scott fa pensare che i fan orfani di Anderson si siano riversati su di lui, a ricoprirlo di amore puzzone, quello che non ti fa pagare neanche per sbaglio il biglietto per vedere i suoi film al cinema – cioè l’unico modo per dimostrare vero attaccamento al regista – ma ti fa urlare come un capretto nei forum quando qualcuno osa discutere (figuriamoci criticare) il suo operato. Avendo fan del genere, è normale che poi Scott si senta un Re…
"Mi piace""Mi piace"