Giovedì prossimo, 23 settembre 2021, Koch Media renderà disponibili per la vendita il DVD e il Blu-ray di questo film, e io sono fra quelli che l’hanno già comprato in prevendita.
Uno dei rarissimi film con Bruce Willis in locandina in cui poi all’interno… incredibile! C’è Bruce Willis davvero! Una claustrofobica avventura fanta-horror nello spazio profondo, con sonno criogenico, alieni a bordo, bevande fantastiche, fanta-fucili, scopiazzate aliene e serie Z da ridere di pancia: per me… è il film dell’anno!
«Ci vuole molto più di un alieno per uccidermi.»
(It’ll talk a lot more than aliens to kill me)
Sto parlando del vostro nuovo film di fantascienza preferito, Breach, diretto da quel John Suits che aveva fatto una roba simile con quella minchiata di 3022 (2019), che era venuta maledettamente male.
Paradossalmente i due sceneggiatori Edward Drake e Corey Large sono anch’essi autori di una bojata, come il film gemello Cosmic Sin (2021) – lui sì con un finto Bruce Willis – quindi è davvero strano che autori pessimi abbiano tirato fuori un film sì di serie Z ma delizioso: sarà un errore.
Esordito il 17 dicembre 2020 in Russia e girato il mondo, IMDb dice che è da gennaio 2021 che gira l’Italia digitale con il titolo Breach. Incubo nello spazio.
Siamo nel 2242 e la Terra, come al solito, sta morendo. Il Governo decide di seguire il consiglio di Gianluca Grignani e organizza un treno per le stelle, «un nuovo treno che binari non ha», e infatti è un’astronave. Come scegliamo chi dovrà salvarsi? Facciamo come nel classico Quando i mondi si scontrano (1951), cioè scegliamo solo bianchi americani che si conoscono fra loro? Esatto, è un sistema che funziona sempre, perché cambiarlo?
Messo l’equipaggio in crio-sonno, dopo trent’anni vengono risvegliati solo gli addetti alla manutenzione, il resto dell’equipaggio rimane a dormire, nell’antica tradizione della narrativa del crio-sonno. Quella che ci ha regalato l’ottimo romanzo L’astronave dei 20.000 (1972) e il pessimo film Passengers (2016), quella che è scesa così in basso da raggiungere Alien: Covenant (2017): un film che era molto presente nella testa degli autori.
A scopiazzare l’Alien sbagliato so’ bravi tutti, già ci ha pensato quella roba imbarazzante di Another Life (2019), no, qui bisogna di mostrare che malgrado si parli di serie Z siamo autori informati: perché allora non copiare dal romanzo Alien: Covenant – Origins (2017) di Alan Dean Foster? Che fa sempre schifo, ma è più di nicchia.
Sicuramente sono io ad essere maligno, ma guarda caso il pessimo e noioso romanzo di Foster parla di un’astronave che sta per partire a colonizzare un altro pianeta, ultima speranza per l’umanità, e un gruppo di terroristi ribelli organizza un attentato per impedire questa partenza. Ma guarda un po’, è proprio la trama di Breach.
C’è gente che non ha gradito il fatto che a partire siano stati militari e loro parenti e amici, così ci sono stati incidenti e attentati, ma l’equipaggio della Hercules detta “Herc” – non scherzo, chiamano davvero la nave con un nomignolo! – non sa che i terroristi hanno sabotato il viaggio, e che al risveglio dei trent’anni di criosonno “qualcosa” succederà.
“Qualcosa” cosa? Eh, qui c’è un bel problema: gli sceneggiatori non sapevano che inventarsi e tanto non c’erano soldi per fare niente, quindi facciamo che “qualcosa qualcoseggia”. Va be’, ma che succede? Succedono robe, che fanno cose e coseggiano in giro. Sì, ma precisamente in cosa consiste questo attentato? In una roba robeggiante che cosa la cosa nella cosa. Oh, insomma, è tutta una paraculata per far salire uno xenomorfo a bordo!
Se sei un film prodotto da Pizza & Fichi e non hai soldi manco per piangere, come lo crei un alieno? E soprattutto, come li paghi i diritti alla Disney-Fox? Allora facciamo che è un alieno che si comporta esattamente come quello di Alien (1979) ma non è quello, perché non si vede, cambia forma, è mutante proteiforme e supecazzole varie per dire che non ci sono soldi.
— Stanley è morto.
— Ora non più.
Ah, però trasforma i suoi ospiti in zombie, così la Disney-Fox deve stare muta. Perciò abbiamo alieni-zombie a bordo, e uno di loro è l’ex eroe d’azione Johnny Messner: per me, ci abbiamo guadagnato!
Come li affronti gli alieni-zombie? Semplice, metti lì Bruce Willis che fa il suo sorriso sbilenco, e nessuno rimane in vita. Però so’ zombie, tecnicamente già morti, quindi è meglio prendere i fucili e sparare. Il problema è che quei due fuciletti stupidi in dotazione all’equipaggio fanno meno danni di una fionda. Tranquilli… Bruce Willis tira fuori il pompone!
Dopo aver inventato una “bevanda fantastica”, il Moonshine – nome cancellato dal doppiaggio italiano – Bruce tira fuori pure un fanta-fucile, anche se comunque l’effetto non è risolutivo. Ci vorrà un più potente fanta-fucile all’acido spurgante Moxacell.
Visto che abbiamo la nave di militari, ne vogliamo risvegliare un po’? Così facciamo un po’ di robe alla Colonial Marines e abbiamo altri beoti da far morire come tali. Chi guiderà il gruppo? Tranquilli: arriva Thomas Jane.
Dopo la sua partecipazione a The Predator (2018) questo film vale all’attore anche una “quota aliena”: gli manca un Terminator e fa filotto!
Ora che abbiamo i Colonial Marines al completo, possiamo farli fuori come buffoni, che è la fine standard nei film per ogni corpo militare addestrato, senza dimenticare di mettere lì un bel un sacrificio gormaniano alla Aliens (1986).
Dalla lingua aggiuntiva al black goo, dalle dinamiche dei Colonial Marines ai condotti d’areazione, fino gli pseudo-Ingegneri («Forse è qui da prima dell’universo»), bisogna proprio concentrarsi per non vedere citazioni aliene ovunque, il che rende davvero spettacolare questo piccolo filmettino sgangherato, il cui maggior divertimento è vedere come avendo un solo set a disposizione riescano a fingere di correre lungo i corridoi di una gigantesca astronave. Era dai tempi del geniale Cube (1997) che non vedevo un uso così fantasioso di un solo ambiente.

«Perché ci sono sempre dei condotti d’areazione?» (Sigourney Weaver in Galaxy Quest)
Bruce è Bruce, non si prende sul serio, ha il suo solito sorrisetto sardonico stampato sulla faccia e si diverte un mondo a fare il re all’inferno, non potendo più servire in Paradiso (tanto per continuare a citare robe da Alien: Covenant).
Breach va giù liscio che è un piacere, come una bevuta di Moonshine, ti lascia ebbro di Z e con i muscoli della bocca doloranti a forza di ridere in faccia ai protagonisti.
— So when you said “parasite”, you meant…
— Alien.
Come dicevo, serie Z di quella buona, fanta-horror spaziale, alieno a bordo, Bruce Willis che gigioneggia, bevande fantastiche, fanta-fucili e citazioni aliene: per me, è il film dell’anno!
L.
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