[2021-04] Predator in tribunale!

Due ex bagnini contro l’Impero

Qualche giorno fa, parlando della piattaforma “Star” di Disney+, mi chiedevo come mai a “casa Disney” mancasse la saga di Predator, di proprietà Fox e quindi ormai nel calderone dei marchi posseduti dalla Casa del Topo: la risposta è arrivata questi giorni. Di nuovo l’universo alieno è costretto a fare causa al nuovo Padrone ingrato.

Il 15 aprile 2021 Eriq Gardner scrive su “The Hollywood Reporter” che «gli autori di Predator fanno causa alla Disney per riottenerne i diritti». Questa settimana infatti scade la proprietà Fox/Disney sui diritti della sceneggiatura del film Predator (1987), in pratica l’unico lavoro di successo dei fratelli Jim e John Thomas – che risultano anche autori di Predator 2 (1990) ma essendo quello plagiato smaccatamente da un fumetto non lo metterei nel loro curriculum – e i due autori vorrebbero riappropriarsi del copyright in questione, mentre la Disney non ha alcuna intenzione di mollare la “preda” (è il caso di dirlo).

Spiega il giornalista:

«I fratelli Thomas stanno cercando di sfruttare una clausola di rescissione della legge sul copyright, la quale consente agli autori di annullare i trasferimenti dopo aver atteso un periodo di tempo, in genere 35 anni per i lavori più recenti. Dato il lasso di tempo, gli studios si trovano davanti la prospettiva di perdere i diritti su molte opere iconiche degli anni Ottanta.»

Il 17 aprile 2021 sono scaduti i trentacinque anni in questione, quindi i fratelli Thomas possono reclamare i diritti del marchio Predator. Malgrado sia dal 2016 che i due abbiano avvertito chi di dovere del loro intento, solamente nel gennaio 2021 hanno ricevuto la prima risposta: gli avvocati della Disney fanno sapere che le pretese sono assurde, attaccandosi a vari cavilli giuridici. A difendere i due fratelli c’è Marc Toberoff, esperto di diritti che tempo fa ha vinto in una causa a favore dell’autore di Venerdì 13, mentre sul fronte Disney c’è Daniel Petrocelli, che ha affrontato proprio Toberoff in una processo durato anni riguardante i diritti di Superman.

Il giornalista Gardner spiega che proprio in questo periodo la Fox sta investendo capitali in un nuovo film su Predator – che, pare, si inizierà a girare questo giugno 2021 – proprio mentre sta per iniziare una nuova saga a fumetti del personaggio (pare a novembre 2021) con relativa ristampa di tutto il materiale precedente, sia in video che a fumetti. Insomma, ci sono un sacco di soldi in ballo e restituire il copyright ai fratelli Thomas sarebbe un crollo verticale drammatico.

I fratelli Thomas nel 1986

Quelli del sito AVP Galaxy ovviamente si sono scatenati sulla questione e in questo post del 18 aprile hanno dato alcune spiegazioni: spero che l’abbiano fatto consultando dei legali, e non limitandosi a fornire le proprie opinioni!

Stando dunque all’utente Voodoo Magic che firma l’articolo, il ritorno dei diritti di Predator ai fratelli Thomas vuol dire solo che i due saranno pagati per le opere future legate al personaggio: tutti i film esistenti, a partire da quello del 1987, rimangono di proprietà assoluta della Disney.  Visto che la casa ha impugnato la decisione, è facile che voglia tirarla per le lunghe fino all’uscita del nuovo film di Predator, così da conservarne i diritti: dopo di che (aggiungo io), se proprio un tribunale la costringerà a restituire i diritti ai fratelli Thomas, non farà mai più un film di Predator così i due geni rimarranno cornuti e mazziati, insieme a tutti noi!

Comunque pare che i due fratelli possano bloccare l’uscita del futuro film e del futuro fumetto finché una corte non abbia legiferato sulla questione, ma lo si saprà solo con il tempo. Una volta ottenuti i diritti, Jim e John Thomas potrebbero benissimo ricederli alla Disney, ma potrebbero anche metterli all’asta in cerca di un’offerta più alta.

Di sicuro, la giungla del centro America era un ambiente più sereno rispetto ad Hollywood.

L.

– Ultime indagini:

14 pensieri su “[2021-04] Predator in tribunale!

  1. I Predator sono tra noi e hanno anche le sembianze umane. Non collezionano teste, ma soldi. Se penso al primo film e quanto mi sorprese (anche il buon Arnold) e allo sfacelo che è seguito, inclusi gli AvP, se il franchise finisse nelle mani dei due fratelli mi metterei il cuore in pace e una bella lapide sulla speranza di assistere finalmente a una buona storia di Predator.

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    • Su quella puoi metterci già una lapide, visto che la Fox sbaglia regolarmente tutto dal 1990 ad oggi, buttando nel cesso soldi quando è più che dimostrato che solo con pochi spicci escono fuori grandi film (tipo Alien, Aliens e Predator, tutti film a bassissimo budget). Il destino dell’Impero Disney è sfornare minchiate come “The Predator” o liquame spurgante come “Covenant”, non esistete la benché minima speranza che apparirà mai un film alieno anche solo vagamente dignitoso, su questo non ci piove: i film servono solo a tenere in vita i personaggi nella speranza che qualche romanziere, fumettista o sceneggiatore di videogiochi ci regali buone storie.
      I due fratelli Thomas ne hanno azzeccata una, ma non è certo grazie a loro che il film Predator è stato un successo, e dopo decenni di inattività evidentemente vogliono assicurarsi un piano pensionistico grazie alla Disney, casa che si sta rifiutando di pagare Alan Dean Foster, malato di cancro e bisognoso di soldi, figuriamoci quanto gliene frega di due ex bagnini che 35 anni fa hanno scritto un copione!

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      • L’unica speranza per una buona storia di Alien o predator al cinema (o in streaming) al giorno d’oggi è qualcosa come Pitch Black, cioè film “alla alien” o “alla predator” che però riescano a dire la loro, rimaneggiando nel modo giusto il materiale a cui si ispirano (o da cui copiano). E senza troppi soldi dietro, che anche i seguiti di Pitch Black hanno fatto la stessa fine di quelli di Alien e Predator, più soldi ci metti e peggio sono.

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      • Non a caso Pitch Black è di David Twohy, uno degli autori migliori delle sceneggiature rigettate di “Alien 3”: la sua storia del pianeta prigione è seconda solo a quella di Fasano, del pianeta-monastero.
        Come dici bene, “Pitch Black” deve il suo essere un capolavoro ad un budget ridotto all’osso e alla capacità di saperlo sfruttare, mentre invece la Fox per meno di 100 milioni non si siede nemmeno ad una riunione del nuovo film alieno. Eppure è sotto gli occhi di tutti: Ridley Scott ha fatto Alien con 8 milioni e Prometheus con 100 milioni, è la stessa identica storia, ma è chiaro che i soldi abbiano rovinato tutto.
        Perché dare 100 milioni a uno come Shane Blacke che di professione fa il distruggitore di se stesso? Visto che non aveva la minima esperienza come regista, perché non dargliene solo 10? Magari avremmo avuto il film che Black aveva pensato e che purtroppo, con un processo alla Alien 3, si è trasformato in quella poltiglia arrivata al cinema.

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  2. Riassumendo: se i Thomas Brothers riuscissero nell’intento di riottenere i diritti dalla Disney, l’avventura Predatoria della quale in fondo hanno a malapena gestito gli inizi (leggasi: l’unica autentica buona idea avuta in tutta la carriera) sarebbe destinata ad avere un futuro incerto, dove “incerto” è ovviamente un eufemismo… Se, invece, fosse la Disney ad avere la meglio il futuro è certo, cioè è praticamente certo che in futuro continueremmo ad assistere a costosissime vaccate. Alternative non proprio entusiasmanti, mi vien da dire 😦

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    • L’unica soluzione è prendere i dirigenti Disney, i fratelli Thomas, e chiuderli in un’arena con indosso vestiti da Predator: chi torna, avrà i diritti del franchise 😀
      Scherzi a parte, la vedo davvero brutta per il povero Predator, conteso fra due pessimi padroni.

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  3. Tanto so che cancellerai questo messaggio ma lo scrivo lo stesso: per la legge americana, il nuovo film di Predator non potrà essere fatto se prima non si stabilisce chi ha i diritti del personaggio.
    Se il film fosse già stato finito e distribuito, non sarebbe stato possibile bloccarlo e al massimo, nel caso abbiano ragione i Thomas, gli verrebbero cedui parte degli incassi come risarcimento , ma non è questo il caso.
    Quindi, accadrà che

    La Disney mollerà subito una grossa cifra forfettaria ai Thomas in cambio dei diritti eterni su Predator per levarseli dalle scatole ed evitare anni di costosi processi che terrebbero tutto bloccato ( come ha fatto con molti creativi della Marvel , che minacciavano di bloccare la produzione dei film con azioni legali) .

    I Thomas rifiutano l’ accordo , fanno il processo , vincono , per poi rivendere tutto al migliore offerente cioè la Disney ( chi può offrire più di loro ?).
    Cmq vada, non cambierà niente, per noi .

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    • Ti cancello quando dimentichi di essere in casa d’altri e scrivi usando una “modalità social”, cioè priva della più basilare educazione. Quando commenti nel merito ricordandoti che questo non è un social bensì un mio blog non ho problemi 😉

      Vorrei avere la tua sicurezza, il problema è che Disney sta tenendo da troppo tempo in sospeso progetti già annunciati, quindi forse la cosa non è semplice come previsto o comunque non veloce. Per noi cambia, se i vari prodotti di Predator slittano a data da destinarsi, che tanto sai che gli frega alla Disney? Pure se si mettono d’accordo fra dieci anni per lor non cambia molto, tanto poi la fanno pagare tutta ai Thomas, ma noi rimaniamo dieci anni senza Predator!

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      • Bisogna vedere se i progetti in sospeso sono dovuti a grane legali simili o al CoVID, che ha scombussolato i bilanci dell’ azienda ( pensate a tutti Disney store chiusi a causa della pandemia ).
        La Disney ha investito troppo sulla licenza Predator per mollarlo ; certo, bisognerà vedere anche quanto sono ingordi/malleabili i Thomas , se vorranno giocarsela fino in fondo o se accetteranno la prima ” offerta che non puoi rifiutare” extra-giudiziaria.
        A me però viene da pensare che i Thomas sono creatori di Predator tanto quanto chi ha creato il costume dell’ alieno ( cioè il suo aspetto estetico del personaggio ).
        Mi stupisce che egli, chiunque sia, non si sia ancora mosso per intentare una qualche causa nella speranza di beccarsi bei soldoni per levarsi dai piedi.

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      • Si chiama Stan Winston ed è stato pagato per il suo lavoro, quindi non ha nulla da avanzare. Non è più tra noi, purtroppo, ma ha lasciato eredi sia di sangue che di arte i quali lavorano magistralmente nell’universo alieno.
        Dubito che la Disney abbia avuto il minimo fastidio dalla pandemia, visto quanto è differenziata la sua attività e visto il successo dei prodotti digitali, che non hanno bisogno di Store fisici. Infatti scopro che su Disney+ è finalmente arrivata la saga del Predator, da sempre assente, segno che qualcosa si è sbloccato: forse finalmente si sono messi d’accordo e si potranno sbloccare i progetti annunciati e poi rimandati.

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  4. Io sono dell’ idea che se gli eredi del vecchio Stan rompessero le balle alla Disney avanzando la paternità artistica di Predator , otterrebbero qualcosa ( magari lo hanno pure fatto e non lo sappiamo).
    Lo hanno fatto decine degli autori dei fumetti Marvel ( che avevano firmato anni prima contratti “work for hire” in cui rinunciavano a tutto ) che si sono beccati svariati soldoni per levarsi dai piedi ( il solo Stan Lee si è preso 12 milioni di dollari in cambio di una firma in cui rinunciava per sempre a qualsiasi tributo passato e futuro su qualsiasi sua creazione della Marvel ) ; tutto è possibile, nella terra degli avvocati.
    Come immaginavo, i Thomas hanno probabilmente accettato ” offerta che non puoi rifiutare” .
    O la Disney ha trovato qualche cavillo d’ acciaio per non sganciargli un soldo.
    Chissà se si possono leggere i risultati della sentenza da qualche parte.

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