Primi effetti (negativi) dell’Impero Disney-Fox

Il 19 novembre 2020 il sito AVP Galaxy presenta una notizia dal titolo che lascia stupefatti: La Disney rifiuta di pagare i diritti d’autore al romanziere Alan Dean Foster. Possibile che l’Impero Mondiale dei Magnasghèi faccia questioni per delle briciole?

Esce fuori che Mary Robinette Kowal, presidentessa della SFWA (Science Fiction & Fantasy Writers of America), ha raccontato che già dal 2019 lo scrittore Alan Dean Foster si è rivolto al sindacato per ottenere ciò che gli spettava da contratto: non privilegi o accordi verbali, ma clausole contrattuali scritte nero su bianco. Per la Kowal si trattava di un problema semplicissimo: tutto ciò che è nel contratto va rispettato, non ci sono discussioni. Trattandosi però della Disney, le cose sono risultate parecchio difficili.

La presidentessa ha pubblicato nel sito ufficiale della SFWA la lettera di Foster, che traduco di seguito:

Caro Mickey,

Abbiamo molto in comune, tu ed io. Per esempio il compleanno, 18 novembre. Il nomignolo di mio padre era Mickey. E c’è di più.

Quando hai acquisito la Lucasfilm sei venuto in possesso dei diritti di alcuni romanzi che ho scritto. Guerre Stellari era la novelization del primo film e La gemma di Kaiburr il primo romanzo inedito della saga. Mi devi le royalty di quest libri, che invece hai smesso di pagare.

Quando hai acquisito la 20th Century Fox sei venuto in possesso dei diritti di altri romanzi che ho scritto, come le novelization di Alien, Aliens e Alien 3. Non mi hai mai pagato le royalty di questi libri.

Tutti questi libri sono ancora ristampati e fruttano soldi, ma solo per te. Quando una compagnia ne acquista un’altra, acquisisce sia i debiti che i crediti. Tu stai raccogliendo i benefici di questa operazione, e piacerebbe farlo anche a me nel mio piccolo (anche se dal mio punto di vista è tanto).

Vuoi che io firmi un accordo di non divulgazione prima ancora di iniziare a parlare: nei miei cinquant’anni di carriera ho firmato tantissimi accordi di non divulgazione, ma non è mai successo che me ne venga proposto uno prima ancora di iniziare a trattare, per l’ovvia ragione che una volta firmato non hai più nulla da poter trattare. Ognuno dei miei legali, con molte decadi di esperienza in questo campo, condivide al mio sconcerto.

Tu continui ad ignorare le richieste da parte dei miei agenti. Continui ad ignorare le rimostranze della SFWA. Continui ad ignorare i miei legali. So che è quello che fanno di solito le grandi compagnie: ignorare le richieste finché semplicemente i richiedenti non se ne vanno. O muoiono. Ma io sono ancora qui, del tutto intenzionato ad ottenere ciò che mi spetta. E a non essere ignorato, solo perché sono uno scrittore solitario. Quanti altri scrittori ed artisti là fuori stanno subendo lo stesso trattamento?

Mia moglie ha seri problemi di salute e nel 2016 mi è stata diagnosticata una forma avanzata di cancro. Abbiamo bisogno di quei soldi. Non è carità, è solo ciò che ci spetta di diritto. Ho sempre amato la Disney: i film, i parchi a tema, sono cresciuto con i suoi spettacoli in TV. Non credo che zio Walt approverebbe il mondo in cui mi state trattando. Magari qualcuno ai posti di potere semplicemente non ha ricevuto notizia delle mie richieste, dopo tutti questi mesi, oppure è come ha detto una volta un tizio di nome Bob Iger: «Il modo in cui ti comporti in ogni situazione è quello in cui ti comporti sempre».

Io non lo credo.

Alan Dean Foster
Prescott (Arizona)

La presidentessa Kowal, sempre sul sito ufficiale SFWA, continua specificando  che non è mai successo che il sindacato si sia dovuto attivare per una questione del genere, visto che il pagamento dei diritti d’autore è previsto nel contratto e mai messo in dubbio. Il problema – continua la Kowal – è che la Disney afferma di aver comprato i diritti ma non gli obblighi contrattuali.

«In altre parole credono di avere il diritto di pubblicare dei lavori per i quali non si sentono obbligati a pagare i relativi autori, al di là di cosa dicano i rispettivi contratti. Se lasciamo correre questa situazione, creerebbe un pericolosissimo precedente nel funzionamento dei copyright e diritti d’autore negli Stati Uniti. Ad un qualsiasi editore basterebbe vendere del materiale ad un’altra azienda, magari collega o comunque riconducibile all’editore stesso, per smettere di pagare i diritti d’autore.»

La situazione è gravissima, l’incidente di Alan Dean Foster rischia in pratica di annullare ogni diritto contrattuale: ciò che è scritto in un contratto non ha più alcun valore, almeno per chi è abbastanza potente per farlo.

L’Impero ha già iniziato la costruzione della sua Morte Nera…

L.

12 pensieri su “Primi effetti (negativi) dell’Impero Disney-Fox

    • Togliere ad uno storico vecchio scrittore quanto gli è dovuto, in un momento in cui si sta pagando la chemio, credo sia l’atto definitivo per essere dichiarati Impero del Male: se avessero ucciso Foster con le proprie mani sarebbe stato un danno d’immagine minore 😀
      Il mio entusiasmo per l’epoca Marvel dell’universo Alieno è in rapido declino.

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      • A dirtela tutta, il mio entusiasmo riguardo all’epoca Marvel dell’universo Alieno è sempre rimasto prudentemente parcheggiato in attesa dell’arrivo di prove concrete, tuttora latitanti… Riguardo all’infimo e squallido comportamento della Disney/Marvel/Fox ecc. nei confronti di Foster, poi, non posso purtroppo dire di essere rimasto sorpreso più di tanto: una casa talmente impegnata a espandersi e ad acquisire/fagocitare praticamente ogni forma di concorrenza che la circondi difficilmente potrebbe continuare a farlo impunemente rispettando in modo adamantino ANCHE leggi, regole e diritti 😦

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      • E’ davvero una situazione triste. E aver letto nei social che sono in lavorazione i nuovi film di Alien e Predator non mi consola affatto: se queste sono le premesse, sarà roba ancora più deprimente del solito…

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  1. Che roba indecente. La legge esiste solo per i pesci piccoli, le grandi multinazionali possono fare il bello e il cattivo tempo fregandosene di tutto e tutti.

    Però guai se un attore fa un tweet che può essere interpretato male o a sostegno dei repubblicani (come ha fatto Gina Carano), quello è licenziamento sicuro e iscrizione alla lista nera per non poter mai più lavorare sul Pianeta Terra per i prossimi trent’anni!

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    • Il caso Carano è incredibile: possibile che gli attori americani ancora non abbiano capito che tutto quello che diranno sarà usato contro di loro? Io dico, Gina ha sudato per quindici anni per arrivare ad avere l’occasione della vita, e si mette e dare opinioni? In America, terra della libertà, dire la propria opinione è il modo più sicuro per venir spazzati via: non da oggi, da sempre. E ad Hollywood si moltiplica tutto per mille: non si contano più gli attori fottuti per una battuta che gli è scappata, a volte detta fra amici: non esistono amici, solo iene.
      Fermo restando che Gina in pratica non aveva più alcun ruolo in Mandalorian, se non quello di occasionale comparsa – e il suo peso in Star Wars è rimasto a zero da più di un anno, segno che non avevano alcun progetto per Cara Dune – esprimere un’opinione nella terra dove si viene crocifissi per le parole mi è sembrato un atto di grande ingenuità, per non dire stupidità.

      Purtroppo l’Impero del Male sta sfruttando quei lasciapassare previsti per le Compagnie alla Weyland-Yutani: chi si può permettere di fare causa alla Disney? Quindi si è aperto un nuovo mondo di violazione contrattuali, grazie all’Impero che sta costruendo la sua nuova Morte Nera.

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      • Sì, la Carano poteva starsene zitta invece di spararsi sui piedi da sola, visto che comunque quei piedi come hai giustamente scritto non è che poggiassero su una solidissima base di lavoro!

        Te dici della Carano, ma che dire della Rowling? Si è incaponita a twittare su trans e omosessuali e sta collezionando minacce di morte come fossero figurine Panini! Perché lo fa? Per me è un mistero…

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      • Forse il successo dà loro alla testa e si sentono “maestri di pensiero”, quindi in dovere di far sapere a tutti la loro opinione, invece di essere più proficui e postare video di gattini: lì sì che si beccano consensi 😛
        Nel corso degli anni ci sono stati Premi Nobel che hanno rilasciato dichiarazioni da prendere quel premio e sbatterlo loro in testa, ma per fortuna di solito vengono premiate persone così anziane che non stanno sui social e le loro opinioni non li danneggiano. Invece i “nuovi” famosi si ammazzano da soli a colpi di tweet, e più ne cascano meno imparano!

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  2. Ultimamente l’ho apprezzato ancora di più leggendo i suoi libri fantasy, ma scopro solo ora che è malato e questa storia rende tutto ciò ancora più squallido, perché mi fa pensare che la Disney aspetti appositamente che Foster tolga il disturbo per colpa della malattia.
    Però leggo anche che alcuni scrittori si sono schierati dalla sua parte ed è nato un hashtag “contro” la Dinsey su questa faccenda. Spero in un lieto fine per Foster, in tutti i sensi.

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    • Foster in Italia è stato ampiamente tradotto, la Nord se non sbaglio ha presentato tipo sette romanzi di una sua saga fantasy, e tra Mondadori e Sonzogno le sue novelization sono ben coperte. (L’unica rarissima è quella de “La Cosa” che ho dovuto prendere su eBay perché nessuna casa l’ha più ristampata dal 1982!)
      Ultimamente con Alien ha fatto pessimi lavori, non gli andava proprio e i suoi romanzi sembrano scritti in automatico, ma da più giovane era un bravo autore. Inoltre è il primo romanziere ad aver scritto un libro tratto da un videogioco: curioso come nessuno sottolinei questo primato, in un’epoca videoludica come la nostra!

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