[Armi aliene] Pulse Rifle

Ben tre miti in una sola foto

Il pulse rifle è l’arma-simbolo dell’universo alieno, la più amata dai fan e la più rappresentativa della “fazione” aliena a cui si appartiene: essendo nato con Aliens (1986), il pulse rifle indica subito chi preferisce la “fazione Cameron” a quella “Scott”.

L’arma più cool della galassia

Malgrado questo, misteriosamente il franchise in pratica non utilizza quest’arma, che si può trovare in numero esiguo di opere dell’universo espanso: mentre i fan la amano e i cosplayer ne costruiscono di ogni sorta – anche fatta di mattoncini Lego! – gli autori ufficiali per decenni l’hanno totalmente ignorata: a parte qualche videogioco del nuovo millennio, solo con l’arrivo della casa editrice Titan Books (2014) l’arma è tornata ad affacciarsi nell’universo dei romanzi alieni, seguita poi dal mondo dei fumetti della Dark Horse.

Con un pulse rifle in mano… è game over, man!

Per avere un’idea di quanto l’arma piaccia molto più agli appassionati che agli autori, va citato Will Dabbs che sul suo sito “Small Arms Review” organizza un pesce d’aprile per i suoi lettori del 2011: recensisce il pulse rifle come se esistesse – mostrando una foto che lo ritrae con uno splendido esemplare in funzione – inventandosi una lunga e particolareggiata storia dell’arma.


Indice:


Nascita dell’arma

Stando a quanto racconta John Richardson, supervisore degli effetti speciali per il film Aliens, nel documentario The Risk Always Lives (nel cofanetto “Alien Quadrilogy”), già prima della produzione di Aliens Cameron aveva disegnato dei bozzetti per le armi dei Colonial Marines. Poi sono arrivati Syd Mead e Ron Cobb, grandi geni di visioni future, e hanno disegnato le armi con dovizia di particolari, concretizzando le idee di Jim. A Richardson e la sua squadra è toccato il compito di prendere delle armi a salve già esistenti e trasformarle nelle versioni futuristiche disegnate su carta.

Nel documentario Simon Atherton, dal 1981 mastro armaiolo di grandi film, dal set del film del 1986 ci parla del pulse rifle:

«Abbiamo preso la versione militare del mitra Thompson e sotto abbiamo montato un lanciagranate: è stata la parte più difficile, perché abbiamo accorciato un lancia-granate a 38 cm e l’abbiamo montato sotto la canna. Adesso spara tre granate invece delle cinque originali. […] Le granate che spara sono in realtà cartucce vuote di un fucile calibro 12 con alcuni tagli e un pulsante in alto.»
(il testo italiano è quello dei sottotitoli)

Simon Atherton, “papà biologico” del pulse rifle

Non una singola altra parola “ufficiale” viene spesa per l’arma più famosa dell’universo alieno, addirittura il Colonial Marines Technical Manual (Titan Books 2012) la ignora del tutto. Mi rivolgo quindi al sito IMFDb (Internet Movie Firearms Database), il quale afferma che la creazione fisica del pulse rifle per le riprese è stata eseguita dalla Bapty & Co., casa britannica specializzata nella creazione di armi per il cinema, che – come già introdotto da Atherton nel documentario – ha utilizzato un M1A1 Thompson (il celebre Tommy Gun dei film di gangster) per il corpo dell’arma a cui poi ha applicato il caricatore a pompa di un fucile Remington 870, a simulare il lancia-granate, con aggiunte di parti prese da un Franchi SPAS-12. Il tutto ricoperto da una vernice “Brown Bess”, anche se le luci di produzione poi danno l’idea di riflessi verdi sul rivestimento dell’arma nel film.

Foto di scena del pulse rifle

Per le riprese sono state prodotte alcune copie del pulse rifle capaci di sparare a vuoto e un esemplare (chiamato hero weapon) in grado di sparare cartucce a salve: solo questo esemplare è stato lasciato integro finite le riprese. Riapparso per alcune scene del finale di Alien 3 (1992) – riverniciato con un colore più scuro – ha girato di mano per collezionisti ed oggi è conservato al londinese Royal Armouries Collection.


Descrizione dell’arma

L’unica sua descrizione esistente è quella di Hicks al momento di spiegarla a Ripley, a circa metà del film Aliens (1986):

«I want to introduce you to a personal friend of mine. This is an M-41 A pulse rifle, 10 millimeter, with an over-and-under 30 millimeter pump-action grenade launcher

Che nel doppiaggio italiano diventa:

«Voglio presentarti un mio amico personale. Questo è un M41, fucile a impulsi da 10 mm, con un lancia-granate con movimenti a pompa: granate da 30 mm.»

Ecco come il consueto Alan Dean Foster racconta la scena nel romanzo-novelization:

«Ecco, ho il piacere di presentarti un mio amico fraterno.»
   Con gesti abili e veloci estrasse il caricatore del fucile a impulso e lo mise da parte. Poi tese l’arma a Ripley.
   «Fucile ad impulso M-41A da 10 mm, con sotto un lanciagranate da 30 mm. Il migliore amico del marine. Non si inceppa praticamente mai, è autolubrificante, lavo­ra sott’acqua o nel vuoto, e può forare una lastra d’acciaio. Tutto quello che ti chiede è di tenerlo pulito e non sbatacchiarlo troppo, e lui ti terrà in vita.»
   Ripley soppesò il fucile. Era massiccio e poco maneggevole, imbottito di fibra antirinculo per assorbire la spinta provocata dai proiettili ad alto potenziale. Era molto più impressionante del lanciafiamme. Lo sollevò, puntandolo per prova contro la parete opposta.
   «Che ne pensi?» le chiese Hicks. «Sei in grado di maneggiarne uno?»
   Ripley si voltò verso di lui, dicendo con voce piatta: «Cosa devo fare?»
   Lui annuì con aria di approvazione e le porse il caricatore.

(Traduzione di Roberto C. Sonaglia)

Sempre dal film il tenente Gorman ci informa che i pulse rifle sparano «proiettili esplosivi da 10 mm senza bossolo, perforanti per corazze leggere».


La scomparsa e la rinascita

Malgrado dal 1986 l’arma entri immediatamente nel cuore dei fan, in pratica scompare dall’universo alieno limitandosi a fugaci apparizioni. Oltre al citato Alien 3 (1992), in cui si vede per pochi istanti nel finale (in mano ad uno degli uomini della Compagnia), lo stesso anno il pulse rifle si può vedere in una delle splendide illustrazioni di Dave Dorman per il romanzo illustrato Aliens: Tribes.

Tavola di Dave Dorman

Sembra incredibile ma nel momento di maggior successo per l’universo alieno a fumetti nessun disegnatore si dà pena di riprendere l’arma, preferendo inventare fucili diversi in ogni storia: il massimo della beffa è non trovare il pulse rifle nella (inutilmente) lunga saga Aliens: Colonial Marines (1993).

Forse il celebre romanziere Robert Sheckley è un fan alieno, comunque al momento di prendere il fumetto Aliens: Hive (1992) e trasformarlo nell’ottimo romanzo Aliens: Harvest (1995; giunto in Italia come Alien, dentro l’alveare) inserisce ben tre citazioni del pulse rifle, inventando per l’arma una killing mode, una “modalità uccisione” che non si sa a cosa dovrebbe fare da contraltare: una “modalità stordimento” è davvero difficile da immaginare per un’arma con quella potenza di fuoco.
Quando il romanzo arriva in Italia nell’ottobre 1996, il traduttore Riccardo Valla non vuol essere da meno e traduce accuratamente:

«Si sentirono distintamente due scatti: erano le guardie che toglievano la sicura e mettevano i fucili ad impulsi in posizione di “potenza mortale”.»

Uno splendido regalo per festeggiare i dieci anni di assenza del “fucile ad impulsi” da un’opera.

Aliens: Earth War (1990): una delle rarissime apparizioni dell’arma a fumetti

S.D. Perry nel romanzo Aliens: Berserker (1998) mette un pulse rifle tra le mani di MAX, che nel fumetto originale del 1995 non aveva, ma solamente con l’arrivo della Titan Books l’arma torna finalmente ad essere parte integrante dei Colonial Marines, come nella trilogia Rage War (2015-16) di Tim Lebbon.
Dal 2014 l’arma torna in pianta stabile nei romanzi alieni della Titan, e forse questa decisione spinge la Dark Horse a ripescarla, dopo trent’anni passati ad ignorarla.

Zula Hendricks riporta il pulse rifle nell’universo a fumetti

Visto che dal 2016 al 2019 – sperando non conosca seguiti – il pessimo Brian Wood ha distrutto l’universo alieno con Zula Hendricks, una Colonial Marine, i fumetti che la vedono protagonista fanno largo uso del pulse rifle. Aliens: Defiance (2016), Aliens: Resistance (2019) e Aliens: Rescue (2019) mostrano più fucili ad impulsi che tutti i decenni precedenti messi assieme!


Il pulse rifle
nell’universo di Star Wars

La prima apparizione del nome “pulse rifle” nell’universo di George Lucas – confermata dalla Wookieepedia – è del marzo 1994, quando viene citato nel manuale di gioco Star Wars – Galaxy Guide 10: Bounty Hunters (West End Games) di Rick D. Stuart, in cui viene attestato come equipaggiamento di un cacciatore di taglie di nome Garim Ayrvn, presente solo in quest’opera.

Equipaggiamento del bravo cacciatore di taglie

«Quest’arma speciale è la favorita dai cacciatori di taglie che lavorano in aree urbane. Le rapide raffiche ad energia consistono nell’incanalamento di micro-ioni di energia, che possono essere diretti su bersagli multipli in un arco frontale di 60 gradi (l’arma spara un “cono” d’energia). In uno scontro ravvicinato o in circostanze dove è disponibile un colpo solo, il fucile a impulsi può subito riequilibrare una situazione in cui il cacciatore è in inferiorità numerica o di armamenti.

Sebbene portatile e capace di considerevole potenza di fuoco, i filamenti super-conduttori che regolano le centinaia di ioni del raggio hanno una vita limitata e richiedono una frequente sostituzione.»

Dalla descrizione di quest’arma risalente al 1994 sembra di avere davanti l’episodio 1×04 (29 novembre 2019) della serie “The Mandalorian“, con il fucile del protagonista che corrisponde alla descrizione: mai però il fucile di un mandaloriano è stato chiamato pulse rifle

Gina Carano con un fucile mandaloriano, che lei chiama pulse rifle

Nel luglio del 1997 ritroviamo citata l’arma nel manuale di gioco Star Wars – Gundark’s Fantastic Technology: Personal Gear (West End Games), con la stessa identica descrizione ma una foto “in solitaria”.

Model: Corondexx VES-700 Pulse Rifle

Identico discorso nel novembre 2008, quando la stessa arma è citata nel manuale del gioco di ruolo Star Wars: Scum and Villainy, definendola “arma esotica”:


Altre citazioni

Già almeno dal 1994 il nome pulse rifle comincia ad apparire nel mondo dei videogiochi, in titoli come System Shock. Nel videogioco Warhammer 40000 Fire Warrior (2003) c’è un’arma dal nome Tau Pulse Rifle e il nome generico si può trovare anche in giochi come Half-Life 2: Episode One (2006) e Dead Space (2008).

Il nome si può trovare anche in romanzi di case editrici non licenziatarie del marchio Alien, come The Burning Heart of Night (DAW Books 2002) di Ivan Cat, Phobos (Tor Books 2003) di Ty Drago, The Last World War (Pocket Books 2003) di Dayton Ward, Shadow of the Scorpion (Night Shade Books 2008) di Neal Asher, Death’s Head (Del Rey 2008) di David Gunn e Star Road (Thomas Dunne Books 2014) di Costello e Hautala.

Nessuna di queste armi ha nulla a che vedere con il pulse rifle del film Aliens, ma dimostrano come l’espressione sia entrata in pianta stabile nell’immaginario fantastico.


L.

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53 pensieri su “[Armi aliene] Pulse Rifle

  1. Ricordo ancora le difficoltà nel trovare il colore “Brown Bess” della Humbrol (colore numero 170 mi pare) che negli anni 2000 era già fuori catalogo e andava riprodotto miscelando due colori diversi. Ah, che memorie 😄

    Com’è che il fucile non compare nella serie Colonial Marines? Come si difendono… A parolacce!? 😄

    Infine, hai visto il video del dipendente di Bapty che lo testa un’ultima volta (sparando) prima di doverlo “decommissionare”?

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    • “Come si difendono… A parolacce!?” citazione altissima ^_^
      La perizia degli autori a fumetti Dark Horse si concentrava sulle trame (per fortuna) ignorando totalmente l’aspetto delle armi, che nei decenni sono apparse nelle forme più strane e improponibili. Solo dal 2014 si sono ricordati dove tutto è nato e sono tornati i pulse rifle in braccio ai Colonial Marines in maniera regolare.
      I romanzieri raramente avevano idea di cosa fosse l’universo alieno: per loro stessa ammissione o una volta da ragazzini avevano visto Alien, tutto qua. Ma tanto fino al 2005 non esistono romanzi originali, sono tutte novelization, quindi ai romanzieri bastava mettersi il fumetto davanti a raccontarlo a parole. (Per fortuna così lo faceva solamente S.D. Perry, infatti i suoi romanzi sono i peggiori! Gli altri almeno aggiungevano un po’ di narrazione)

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  2. Il pulsa rifle è nella fantascienza l’arma più iconica al pari della spada laser di Star Wars. Il buon vecchio Kebobi non l’avrebbe definita “elegante”, ma decisamente stringere tra le mani un pulsa rifle mi avrebbe fatto sentire più sicuro quando mi si para davanti uno xenomorfo. E nei videogiochi ispirati ad Alien è di gran lunga la mia arma preferita. In Alien Vs Predator per PC vi è una versione 2 del pulse rifle con capacità di granate aumentata. Presente anche in Alien VS Predator per Atari Jaguar. In Alien 3 Ripley imbraccia il pulse rifle come arma iniziale, in Alien Trilogy è essenziale per indebolire alla distanza gli xenomorfi per poi finirli con il fucile a pompa: è una tattica per arrivare alla fine del gioco. Presente anche nel successivo Alien Resurrection è disponibile per tutti e tre i personaggi che impersoneremo lungo questo FPS per PlayStation. Nel vituperato Alien Colonial Marines chiaramente presente è decisamente soddisfacente come potere di fuoco; in Alien Isolation è assente, ma vi è un motivo coerente con lo spirito del gioco, che non è un FPS, ma un “nascondino e scappa” in cui le armi devi fabbricartele con gli oggetti trovati in giro e – a parte una pistola è un fucile efficaci solo contro gli androidi – tutte le armi servono per allontanare temporaneamente lo xenomorfo. Una sensazione di “migliore amico” comparabile al pulse rifle si ha verso la fine del gioco con il lancia-fiamme. Insomma il pulse rifle nei videogiochi è una regina delle armi e avendo giocato a tanti FPS ti posso assicurare che ne ha ispirate tantissime con nomi e forme differenti. Raffiche brevi e precise. Prima o poi devo finire Alien Colonial Marines, il pulse rifle in questo gioco massacrato dalla critica è la quintessenza della distruzione e della sopravvivenza.

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      • Be’ nasceva già con tutti i suoni dei film, era un gioco ufficiale, credevo che con la mod intendessi un gioco che solo dopo diventava “alieno” 😛
        Peraltro il grande successo di quella serie, che ho squagliato a forza di giocarci, dimostra quanto il pubblico dei videogiocatori sia separato dal pubblico degli spettatori. L’apprezzamento per il rispetto pedissequo del franchise non si è ripetuto con il film “Aliens vs Predator 2” (2007), con cui i fratelli Strause hanno curato ogni singolo suono perché combaciasse coi precedenti film e addirittura preso il Predalien da quei giochi del 2000, attirandosi solo pernacchie. (Anche se i film successivi sono stati così brutti che ho molto rivalutato AVP2 ^_^)
        Ciò dimostra che i registi dei franchise sono apprezzati solo quando sputano sui franchise e si inventano cacchiate a caso: allora sono geni. Gli autori dei giochi no, devono rispettare i suoni se no giù botte 😀

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      • Beh diciamo che i giochi non vengono valutati principalmente per la fedeltà dei suoni 😄 comunque ho adorato anche il seguito e dopotutto mi ha divertito anche l’infame Colonial Marines, giocare la campagna in due, con un amico anche lui appassionato della serie, dove a turno uno tiene d’occhio al motion tracker e l’altro impugna l’arma e si parla in gergo Marines con citazioni a go-go aggiunge moltissimo all’esperienza di gioco.

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      • Infatti dal punto di vista fan service “Colonial Marines” è un gioiello, e dal punto di vista narrativo è spettacolare, visto che riesce per la prima volta a mettere insieme “Aliens” e “Alien 3″… salvando Hicks ^_^
        Già nel 1994 potevo sparare con i suoi di Aliens, grazie ai fan che avevano trasformato Doom in “Aliens TC”, con tanto di “let’s rock!” di Vasquez urlato!
        Un gioco licenziatario deve per forza avere un’altissima dose di elementi tipici del franchise: è come se facessero Star Wars con i personaggi in tuta da astronauta e senza spade laser. Sono sicuro che più di un fan si risentirebbe 😀

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    • Nei giochi ha avuto un trattamento migliore, sia in quelli tie-in che in quelli più autonomi (era ovviamente la mia arma preferita in AVP, AVP2 e Primal Hunt ^_^) ma semplicemente perché un’arma è un elemento fondamentale di un gioco, sia per immagine che per figosità che per identificazione con il franchise. Invece i fumetti coetanei dei giochi che citi avevano un legame molto più “largo” con il marchio e usano tutt’altre armi, in realtà quasi di sfuggita: nelle storie dell’epoca non c’è mai alcuna attenzione alle armi, puntando molto di più sulle (ottime) sceneggiature.
      Ah, e ovviamente i geniali artefici di “Alien Doom Total Coversion” avevano creato un’ottima versione amatoriale del pulse rifle 😉

      “Alien Isolation” non a caso è scritto da Dan Abnett, da trent’anni un maestro della narrativa legata a marchi e che fa bene i suoi compiti: non poteva inserire un pulse rifle in un’ambientazione tratta dal primo Alien. Così come Brian Wood non poteva raccontare la storia di una Colonial Marine senza pulse rifle, due anni dopo il suo rientro in pompa magna nell’universo alieno. Quando i rispettivi personaggi si sono incontrati, allora Amanda Ripley è diventata per forza specialista dell’arma… quindici anni prima che la madre ne prendesse una in mano 😛

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    • Non sono stati tantissimi i fumetti usciti in Italia negli anni Novanta (sempre più dei libri, quasi totalmente inediti) quindi il fenomeno non era visibile. Ma a guardarlo “dall’alto”, la valanga infinita di storie aliene senza pulse rifle è davvero incredibile, come se i disegnatori volessero ognuno inventarsi il proprio fucile…

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  3. Gran bell’articolo sul pulse rifle, arma tanto amata dai fan quanto invece inspiegabilmente ignorata dalla quasi totalità dell’universo alieno espanso! Riguardo alle differenti modalità di fuoco che apparentemente si rifanno a Star Trek (e, volendo, anche ai laser portatili di uso comune in Spazio 1999) ci potrebbe forse essere una spiegazione alternativa, vedi ad esempio una modalità “stordimento” riguardante il lancio di granate stordenti (ad alta efficacia ma non letali) e un killing mode riservato a tutto il resto: proiettili esplosivi, granate incendiarie ecc. ecc. 😉

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  16. Ciao a tutti.
    Premetto che io AMO Aliens quindi non sto certamente facendo una caccia all’errore: nella sequenza della fuga attraverso i condotti di ventilazione si vedono molti bossoli saltare via dal fucile di Vasquez, ma non aveva detto Gorman che sparava “proiettili esplosivi da 10 mm senza bossolo”?
    Forse era lui che si sbagliava ed era corretta l’opinione che aveva Vasquez nei suoi confronti…

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  18. Ciao,
    metto un altro bel po’ di altra carne sul fuoco ruotando sempre attorno al mitico pulse rifle.
    Starship Troopers – nel film i fanti (nella loro continua “caccia al l’insetto”) utilizzano un fucile con un disegno che, specialmente nella parte superiore, ricorda molto il mitra di Aliens, per di più sotto monta un meccanismo a pompa che il protagonista utilizza solo per una breve sequenza, che però non spara granate ma, sembrerebbe, qualcosa tipo pallettoni.
    Quindi ha un fucile automatico con sotto un fucile a pallettoni, proprio come Billy di Predator…
    A proposito, le versioni di M16 con lanciagranate (come quello che usa Dutch) hanno un paracanna specifico che in Aliens si riconosce bene… nei lanciafiamme!! Corto-circuito.

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    • Purtroppo non ho letto il romanzo di Heinlein (prima o poi dovrò provvedere) ma mi dicono che Cameron vi ha attinto decisamente al momento di creare i Colonial Marines (e perciò Avatar, i cui soldati sono Colonial Marines fatti con più soldi), quindi non mi stupisce che al momento di creare il film da Heinlein siano nate delle somiglianze.
      Verhoeven non ha avuto occasione (o forse soldi) per usare l’esoscheletro di ST, ma i fumetti sì. Ti segnalo il mio viaggio in Starship Troopers a fumetti, dove purtroppo i disegnatori cambiano spesso design delle armi. La prima però è decisamente un pulse rifle modificato: non so quanto sia un’invenzione del disegnatore e quanto sia attinente al romanzo. Dovrò indagare 😉

      Cameron e gli altri geniali disegnatori di “Aliens” hanno giocato parecchio con le armi per renderle futuristiche, quindi non mi stupisce che abbiano preso un elemento dell’M16 – all’epoca il re dei fucili in narrativa! – e l’abbiano ficcato sul lanciafiamme. Anche se neanche nei loro sogni più sfrenati avrebbero creato un lanciafiamme assurdo come nel recente “Alien – The Original Screenplay”, dove il disagnatore è impazzito e ha creato un fucile mega-galattico che sprigiona una semplice fiammella 😀

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