Aliens: Ride at the Speed of Fright (1996)

Il 24 marzo scorso ci ha lasciati Stuart Gordon, uno dei registi di genere più amati degli anni Novanta, grazie al fatto che anche in mezzo a produzioni disastrate sapeva tirar fuori gioielli da ricordare.

Nei social di tutto il mondo si sono rimbalzati omaggi d’ogni sorta,  e Justin Decloux se ne esce con questo messaggio su twitter:

Non ho visto abbastanza persone menzione il fatto che Stuart Gordon ha diretto Aliens: Ride at the Speed of Fright, un simulatore d’azione ambientato nell’universo di Alien. Vi appare anche Jeffrey Combs.

Segnalatomi questo messaggio da Evit di “Doppiaggi italioti” il 27 marzo, parto alla scoperta di questo strano titolo mai sentito, che IMDb riporta ma non cita Gordon come regista, come fanno invece diverse altre fonti aliene, come AVP Galaxy.

Non so cosa sia un motion simulation ride, come viene definito il filmato in questione, per questo mi viene in aiuto il saggio Memory Bytes. History, Technology and Digital Culture (2004) a cura di Lauren Rabinovitz ed Abraham Geil.
Qui il capitolo More Than the Movies di Rabinovitz ci racconta di quei primi anni Novanta in cui esplose il fenomeno di sale cinematografiche in cui i sedili si muovevano sincronizzati con le immagini sullo schermo, così che gli spettatori potessero provare sul serio i movimenti di camera.

Stando all’autore, i ridefilms (così li chiama in forma abbreviata) hanno conosciuto una maturazione artistica nel 1993 con In Search of the Obelisk, proiettato all’Hotel Luxor di Las Vegas e diretto dal mago degli effetti speciali anni Settanta Douglas Trumbull. Da allora case come la Showscan o la Iwerks hanno sfornato ridefilms a manetta, anche ambientati in noti franchise: mi si sono accese delle sinapsi e ricordo di aver visto da ragazzo, in un vecchio speciale televisivo di “Ciak”, le immagini di Robocop: The Ride (1993).

È il momento di partire per Takeya 3

Arriviamo al 1996 (secondo IMDb) o al 1997 (secondo Memory Bytes) ed ecco un ridefilm dedicato all’universo alieno, la cui regia di Stuart Gordon è purtroppo solo un’ipotesi dei fan, non avendo trovato conferme un po’ più ufficiali. (Se qualcuno ne sa di più non esiti ad informarmi.)

Jeffrey Combs piomba nell’universo alieno

Nel cortometraggio di 8 minuti (diviso in due parti: 4 minuti di “trama”, 4 minuti d’azione) il giovane Jeffrey Combs interpreta un Colonial Marine superstite che raggiunge la sua squadra, interpretata da attori che fanno da sosia ai personaggi del film Aliens (1986): una trovata per far piacere ai fan che però non ha molto senso, visto che i personaggi sono diversi.

Perché mettere lì una sosia di Vasquez ma che non è Vasquez?

Arriva il sosia di Gorman a cui il nostro eroe senza nome fa rapporto.

Se te dovessi racconta’ tutto quello che m’è successo su Takeya 3… (quasi-cit.)

Il pattugliamento di routine nella colonia mineraria su Takeya 3, con popolazione di tremila coloni, si è rivelato tutt’altro che di routine: la veloce scoperta dei coloni imbozzolanti e l’incontro con gli alieni fa decidere in fretta il gruppo di Colonial Marines di piazzare una bomba nucleare, con dieci ore di tempo per evacuare.

Toh, per un attimo si intravvede un alieno…

Un incidente all’APC e per motivi non chiari l’intera squadra muore: si salva solo il protagonista che riesce a raggiungere l’astronave madre. Qui nessuno gli crede e quindi si parte tutti per Takeya 3: non ci vorrà molto perché anche questa seconda missione trovi gli alieni e cerchi di fuggire prima che la suddetta atomica esploda.

Ma sì, buttiamoci pure il sosia di Apone

Dopo i primi quattro minuti parlati, i secondi quattro minuti sono tutti dedicati alla corsa dell’APC attraverso i rifiuti della colonia, con scossoni e cambi di inquadratura: in pratica in mezzo alle atmosfere migliori di Aliens, ricreate brevemente, il ridefilm va per la sua strada dando emozioni tattili e di movimento al pubblico. Visto oggi, su YouTube, non ha ovviamente molto senso.

La Regina Aliena sembra in realtà la sua versione Muppet!

Sicuramente chi ha provato l’emozione di vedere questo cortometraggio nelle sale speciali, quelle coi sedili che sballonzolano, si sarà divertito parecchio. Oggi rimane giusto una chicca: più del filmato in sé, è divertente il fatto che Jeffrey Combs faccia parte da trent’anni dell’universo alieno e nessuno lo sapeva!

L.

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11 pensieri su “Aliens: Ride at the Speed of Fright (1996)

  1. Chicca preziosissima per due motivi: 1) Aver ricordato l’esistenza dei “ridefilms” 2) Aver portato a conoscenza dei fan che, seppur solo in occasione di questa breve incursione nello xeno-universo, il grosso della carriera “spaziale” di Jeffrey Combs non è rimasto circoscritto a Star Trek, Babylon 5 e The 4400 😉
    P.S. Sarebbe bello poter attribuire la regia del tutto al compianto Stuart, ma mancano prove attendibili…

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  2. “Ridefilm” sta ai film come i “film interattivi” stanno ai videogiochi. In entrambi i casi, un malriuscito esperimento di ibridazione/contaminazione. Oggi per lo più una curiosità per appassionati, ma potrebbe essere interessante trovarne i legami e non escluderei che condividano anche attori e produzioni.

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    • Sicuramente qualche soldo l’avranno mosso, visto che nei Novanta ne hanno prodotti tantissimi, per parchi giochi a tema e sale di Las Vegas, ma certo l’essere limitati in punti fissi li rendeva poco visibili.
      In questo ridefilm di Alien i mezzi e le scenografie sono troppo identiche per essere una semplice ricostruzione, penso che abbiano usato le risorse e i set della Fox. Inoltre alcune scene sono palesemente estratte dal film di Cameron, quindi penso proprio che questo sia un film “ufficiale”.

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  3. Pingback: [1996-03] Stuart Gordon su “Cinefantastique” (V27) 7 | 30 anni di ALIENS

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