Traduco questo servizio apparso sulla rivista specialistica “Cinefantastique” volume 21, n. 3 (dicembre 1990).
Predator II
di Steve Biodrowski
da “Cinefantastique”
volume 21, n. 3 (dicembre 1990)
Il massacratore extraterrestre è tornato,
ma è un franchise senza Schwarzenegger?
La caccia continua in Predator II, ma stavolta la sfortunata preda umana è inseguita da un cacciatore alieno attraverso una giungla urbana, piuttosto che una vegetale. L’anno è il 1995, dieci anni dopo che il Dutch Schaeffer di Arnold Schwarzenegger ha battuto il predatore che aveva eliminato le truppe speciali nella loro missione segreta in America Centrale. La città è nel bel mezzo di un’estate da caldo record mentre bande rivali di colombiani e giamaicani lottano per il controllo del traffico di droga. Nel mezzo di questo massacro arriva un nuovo predatore, le cui prime uccisioni vengono all’inizio scambiate per vittime della guerra di droga.
Danny Glover interpreta il ruolo del detective Mike Harrigan, un cacciatore d’uomini dei tempi moderni il cui istinto e le cui capacità lo rendono un “trofeo di prima scelta” per il cacciatore alieno. L’antagonista è Gary Busey nel ruolo di Keyes, un agente federale misterioso, tecnicamente appartenente alla DEA ma in realtà membro di una squadra scientifica che cerca di catturare il predatore per carpirne i segreti tecnologici. Schwarzenegger non ritorna. Un colloquio a voce ci informa che l’unico sopravvissuto del precedente incontro alieno «è scomparso senza lasciare traccia sei mesi dopo». La 20th Century Fox presenta il seguito in uscita nazionale il 30 novembre, anticipando l’uscita rispetto a quella natalizia annunciata dai poster e dai trailer, così da evitare la competizione con il kinghiano Misery non deve morire.
Nonostante il nuovo cast, molti dei tecnici dietro la macchina da presa rimangono gli stessi, ad iniziare dai produttori Larry Gordon, Joel Silver e John Davis. Stan Winston torna ad occuparsi del trucco, non solo del Predator principale ma anche di altri membri della sua specie, che si vedranno brevemente a fine film. Come citazione nascosta, una delle teste aliene di Winston apparirà fra i teschi di varie altre specie interstellari nella stanza dei trofei del Predator. La Greenberg Associates di nuovo gestisce gli effetti ottici per la visione all’infrarossi e il camuffamento del Predator, con in più la novità della visione all’ultra-violetto, che l’essere utilizza davanti ai federali in tuta anti-calore. Jim e John Thomas sono di nuovo alla sceneggiatura, che aggiunge elementi fanta-horror in una formula da thriller poliziesco. La novità è invece costituita dal regista Stephen Hopkins, già autore di Nightmare 5 (1989), delusione al botteghino per la New Line Cinema.
Il nuovo copione dovrebbe piacere ai fan del film originale. La narrazione è scarna ma solida, in grado di enfatizzare l’azione ma senza trasformarla in una semplice sequenza di scene slegate. Il ruolo di Glover è disegnato con tratti sicuri che lo rendono un protagonista credibile per il nuovo predatore. Il cast di contorno è farcito di personaggi riconoscibili senza essere stereotipati. Il formato poliziesco fornisce una struttura sufficientemente diversa per evitare una semplice ripetizione del precedente film, visto poi che il protagonista è sulle tracce del Predator sin dall’inizio della vicenda.
Comunque ci sono alcune debolezze, incluso un ovvio tentativo di organizzare il solito seguito dal finale non soddisfacente. Non è certo una sorpresa che Busey sia disposto a sacrificare vite umane per catturare il cacciatore alieno. Le sue battute ad un certo punto sembrano le stesse del dottor Carrington ne La Cosa (1982) e Ash in Alien (1979). Inoltre, l’opera di riscrittura ha lasciato alcuni buchi di sceneggiatura. La ricerca del Predator da parte di Harrigan ha meno l’aspetto di una caccia e più quello di una vendetta personale, suggerendo precedenti versioni della storia pensate per Schwarzenegger. Si sa che Schwarzenegger è stato contattato per riprendere il suo ruolo ma alla fine ha declinato. È stato menzionato l’attore d’azione Steven Seagal come possibile rimpiazzo, prima del coinvolgimento di Glover.
Forse la parte di fantascienza più divertente (e sorprendente) della sceneggiatura deriva maggiormente dal cambio di ambientazione della storia. Le riprese si sono svolte fra New York e Los Angeles per tenere bassi i costi di produzione. Il budget originale del film di 17 milioni è schizzato a 35 milioni. In una delle scene principali il Predator piomba in mezzo ad uno scontro fra bande, e poi in una metropolitana. Chiaramente Predator II è ambientato in un universo alternativo in cui Los Angeles ha finalmente sviluppato un sistema di trasporto pubblico.
L.
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Ah, quanto avrei voluto vedere Steven Seagal prenderle di santa ragione dal Predator 😀
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Sarebbe stato il filmone del secolo!!! ^_^
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