Non ho neanche provato ad installare questo gioco, e non è (solo) per i 99 centesimi di costo bensì perché parla di strategia e non c’è niente da fare: non sono tagliato per questi giochi, mi fanno solo perdere un mare di tempo per non arrivare a niente.
Preferisco guardarmi i video di gameplay e gustarmi ambientazioni ed eventuali citazioni.
Questo Alien: Blackout (D3 Go!), app scaricabile da GooglePlayStore se viaggiate con Android, a quanto mi sembra di capire è molto ispirato a grafica ed atmosfere da Alien Isolation (2014) e non mi stupisce, visto che è uno dei pochi prodotti di successo di questo sfortunato universo.
Ecco la trama ufficiale:
L’orrore alieno prende vita in Alien: Blackout. Cerca di sopravvivere a bordo dell’ormai inservibile stazione spaziale Weyland-Yutani su cui è presente un letale Xenomorfo, che dà instancabilmente la caccia a te e alla tua squadra. Potrai superare in astuzia il cacciatore perfetto solo facendo scelte pericolose. Dovrai affidarti ai comandi danneggiati della stazione spaziale oppure rischiare di sacrificare i membri della ciurma per evitare contatti mortali, cambiando per sempre le sorti del gioco.
Mi sembra una trametta scritta al volo ben poco esplicativa…
Non sono in grado di superare niente in astuzia, né alieno né umano né altro, quindi è chiaro che il gioco non fa per me.
Non riuscirei a sopravvivere, quindi – ripeto – non è un gioco che fa per me, ma la trama mi incuriosisce.
La storia
L’USCSS Haldin, veicolo commeciale di classe S, arriva alla Stazione di ricerca Mendel portando quattro persone a bordo: due di equipaggio e due passeggeri.
Appena attraccata la nave, scendono la pilota Miwa Saito, lo scienziato Andrew Thorncroft, l’ingegnere Dougal Studwick e la direttrice esecutiva Naoko Yutani. Tutti dipendenti della Weyland-Yutani. Sono arrivati per delle riparazioni (anche se non capisco perché coinvolgere una direttrice per un lavoro di routine) e non hanno ascoltato il messaggio audio che Amanda Ripley ha inviato dalla stazione: “c’è una creatura a bordo”. «La Compagnia lo chiama “xenomorfo”».
Ecco gli attori
che hanno prestato la voce:
Andrea Deck | Amanda Ripley |
Stephanie Komure | Miwa Saito |
Corey Krueger | Dougal Studwick / Andrew Thorncroft |
Deborah Marlowe | Naoko Yutani |
Perché il computer della stazione ha dato il via libera all’attracco della Haldin quando c’è in corso un pericolo mortale? Ma soprattutto… che ci fa lì Amanda Ripley?
«Ho già incontrato queste creature, e ho ancora gli incubi. Mai sentito parlare della Stazione Sevastopol?»
Questa frase dimostra che la vicenda si svolge dopo Alien: Isolation, ma allora… chi ha salvato Amanda nel finale di quella storia? Nel finale è Amanda stessa a spiegare di essere stata salvata dall’equipaggio della Mendel, quando si è svegliata dall’ipersonno (ma quando ci è mai andata?) erano tutti già morti.
Sarebbe quindi questa la conclusione di Alien: Isolation che aspettavamo dal 2014?
I quattro personaggi appena sbarcati su Mendel hanno mezza giornata prima che si esauriscano le scorte d’ossigeno della stazione, ed Amanda (nascosta nei condotti d’areazione ma collegata al sistema centrale) dovrà guidarli a trovare i pezzi di ricambio, così da andarsene poi tutti a bordo della Haldin.
Il gioco si chiude con la voce di Amanda che informa di come lei e i superstiti siano diretti alla Colonia KOI-125.01, da cui poi conta di partire per la Terra.
A guardare il gameplay mi sono annoiato a morte, ma non faccio testo: questi giochi di strategia non fanno per me. Invece ho apprezzato gli spunti narrativi e l’ennesimo tassello della biografia di Amanda Ripley.
Chi è Naoko Yutani?
Ad un certo punto Amanda chiede a Naoko che tipo di parentela abbia con gli Yutani, e lei risponde di essere giusto la seconda cugina della signora Yutani.
Probabilmente è una citazione del finale di Aliens vs Predator: Requiem (2008), che mostra la “signora Yutani”, ma non stonerebbe un qualcosa di più sottile: cioè Jenny Yutani, figlia del fondatore Hideo Yutani: quello che rileva la Compagnia da Peter Weyland nel 2094, alla scomparsa di quest’ultimo. Ciò che ho appena descritto lo si trova nel romanzo Alien: Covenant Origins (2017) di Alan Dean Foster, prequel del film Alien: Covenant (2017) di Ridley Scott che è ambientato nel 2104.
Visto che questo Alien: Blackout si svolge dichiaratamente dopo Alien: Isolation, ambientato nel 2137, diciamo che siamo all’incirca 35 anni dopo le vicende di Alien: Covenant Origins e la giovane Jenny Yutani potrebbe benissimo essere a capo della Compagnia.
Ricordo che nella mia terza fan fiction dedicata a Boyka ho immaginato che la Yutani fosse una casata matriarcale, proprio pensando al finale di AVP2: mi piace pensare che gli autori di Alien: Blackout abbiano fatto lo stesso ragionamento.
L.
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Ti capisco, ho sempre trovato di una noia mortale i videogiochi strategici!
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L’idea è incredibile: tre fondali, un paio di animazioni e una mappa. Si sono proprio sforzati! 😀
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Così ti facilitano la strategia e, se paghi quei 99 centesimi, magari ti promettono pure la protezione contro l’alieno (in pratica, uno xeno-pizzo) 😀
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Questi giochi su app sono davvero un’app-mafia! Il concetto di gioco è totalmente stravolto, e in molti casi l’unico scopo del gioco è comprare accessori, quindi sono app studiate esclusivamente per far spendere soldi: sono videopoker mascherati da videogiochi.
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Ed è per questo che li sopporto a malapena (per usare un eufemismo)…
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