Come già raccontato, il pessimo Brian Wood è stato allontanato dall’universo di Aliens che stava sistematicamente distruggendo e sebbene per i motivi sbagliati (cioè l’essere una persona sgradevole nella vita privata) la Dark Horse Comics ha cacciato a pedate uno dei suoi peggiori autori di sempre, almeno dal punto di vista alieno.
Il problema è che l’ha fatto proprio in quel settembre in cui era prevista l’uscita di Aliens Colonial Marines: Rising Threat, saga in quattro numeri già pronta ora soppressa. Magari quando l’eco dei pettegolezzi su Wood sarà sfumato la casa ce la presenterà – mi sembra strano butti via un lavoro che immagino già pagato – ma fino ad allora dobbiamo accontentarci di un curioso fenomeno.

Illustrazione di Werther Dell’Edera, dal suo profilo instagram
Prima di cancellare la serie – legata ad un videogioco spara-tutto multiplayer on line che la Cold Iron Studios (Fox) sta cercando di sviluppare dall’agosto del 2019 – la Dark Horse ha inviato al mensile per fumettari “Previews” tutte e quattro le schede delle relative uscite, con tanto di copertine e relative varianti: malgrado la soppressione della saga, il mensile ha continuato a presentare le schede ricevute, quindi abbiamo più informazioni su Rising Threat rispetto alle semplici copertine, visto poi che il sito della casa ha cancellato ogni pagina relativa alla serie.
Le date delle varie uscite sono, ovviamente, solamente supposte.
Primo numero (18 settembre 2019)
Legandosi agli eventi dell’imminente videogioco della Cold Iron Studios, questa serie è ambientata nei primi anni del neonato corpo dei Colonial Marines. Presenta Olivia Shipp, capo di un plotone di marine che trasgredisce gli ordini per andare in soccorso dei sopravvissuti di una raffineria tenuta d’assedio dagli alieni.
Secondo numero (23 ottobre 2019)
Olivia Shipp e i Colonial Marines della Typhoon si ritrovano a combattere per le proprie vite mentre si fanno strada verso un sopravvissuto intrappolato, in un’operazione di soccorso che inizia a sembrare più come una missione suicida.
Terzo numero (20 novembre 2019)
Olivia e i Colonial Marines continuano a farsi strada attraverso la raffineria Katanga, dov’è impiantato un nido di xenomorfi. Per quanto ancora potranno contare sulla fortuna, sotto gli attacchi delle perfette macchine di morte?
Quarto numero (18 dicembre 2019)
Tirato fuori il sabotatore Wilkins dal suo rifugio, Olivia Shipp e la sua squadra di Colonial Marines comincia a dargli la caccia. Ma ormai il nido alieno si è risvegliato e gli xenomorfi sovrastano gli umani di cento a uno. A questo si aggiunga la forza sconosciuta che sbarra loro l’unica via di uscita verso la salvezza.
Questo brutto intoppo ha spinto il disegnatore Tristan Jones – che quest’anno ha curato molte copertine della testata “Aliens” – a prendere una decisione importante: si è stufato di essere sommerso di lavoro su commissione che oltre a fruttargli poco gli porta via un sacco di tempo dai progetti a cui invece tiene.
Così in una lettera aperta, pubblicata sul suo profilo instagram e su quello twitter, ha dichiarato che concluso quest’anno non accetterà più lavori su commissione e curerà solo progetti che sente più personali, dove può scrivere oltre che disegnare.
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Bozza di copertina di Tristan Jones
dal suo profilo instagram
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Bozza di copertina di Tristan Jones
dal suo profilo instagram
Cita espressamente “Aliens” come «corporate stuff», lavori che a quanto pare non ha considerato fruttuosi. Afferma che ogni copertina aliena disegnata in questo 2019 gli ha fruttato mille dollari ($1K), che a quanto pare non è una gran cifra, visto che lavori molto meno gravosi fatti per il mondo dei videogiochi hanno fruttato molto di più.
L’ultima cosa buona rimasta dell’universo alieno della Dark Horse Comics erano le copertine di Tristan Jones… e abbiamo perso anche quelle…
Cosa resterà dell’universo alieno?

Variant Cover di Caspar Wijngaard
dal suo profilo instagram
L.
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Disegna davvero bene, se scrive bene quanto disegna può fare grandi cose!
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Capisco lo sfogo di un autore che vede portarsi via tempo per le proprie opere – soprattutto poi quando tanto lavoro faticosamente eseguito viene bloccato dalla casa – ma non so quanto sia facile andare per la propria strada: non brucerei proprio tutti i ponti 😛
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Forse si è permesso un’uscita simile perché ha già sotto mano qualche altro contratto che gli dia più libertà creativa…
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Il colmo sarebbe se questa storia si fosse rivelata un capolavoro! 😁
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Con Wood ai testi ne dubito fortemente! Spero invece che all’uscita del gioco chiameranno qualcun altro a scriverne un tie in.
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Grazie ad Amazon.com si scopre che il prossimo romanzo “Alien: Infiltrator” farà da prequel a questo benedetto titolo della Cold Iron ma con personaggi diversi. È interessante vedere come si stia cercando di creare interesse per un gioco annunciato da molto tempo ma del quale ancora non sappiamo una bella cippa di minchia 😀
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Forse vogliono prima vedere quanto piace l’idea coi prodotti tie in, e poi magari regolarsi col budget. Certo parte con premesse belle deprimenti…
Sono contento allora che un altro autore si occupi della storia, c’e speranza che su cerchi di salvare ciò che Uragano Wood ha distrutto. Come il nuovo “Prototype” sta cercando di recuperare un personaggio come Zula, trasformato in fetente macchietta dal suo stesso creatore…
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Penso che Infiltrator e Rising Threat fossero stati pensati come due prodotti paralleli. Dalla sinossi di Infiltrator non sembra esserci alcun elemento in comune con Rising Threat, i protagonisti poi sono completamente diversi. A meno che non sia stato fatto un rimaneggio in corsa alla trama di Infiltrator dopo l’affossamento di Rising Threat…
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Non vedo l’ora di leggerlo 😉
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E’ perfettamente comprensibile che Tristan Jones non voglia rimanere sulla nave che affonda, e a maggior ragione, non essendo lui il responsabile dell’affondamento. Certo è che, se mai un giorno lo xeno-universo dovesse di nuovo riprendere quota, sarebbe un peccato doverci privare del tutto di un talento come il suo… 😉
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