Slittato al 14 novembre 2018, dal 7 novembre previsto, esce finalmente il primo numero di William Gibson’s Alien 3, che trovate su Amazon a circa 3 euro.
Com’è noto, e come specifica il titolo, la storia è tratta dalla (pessima) sceneggiatura rigettata per il terzo film scritta dal celebre romanziere: per leggerla tradotta in italiano, in esclusiva, potete andare qui.
Johnnie Christmas (ecco il suo sito colorato) scrive e disegna questa saga, che dimostra quanto la Dark Horse Comics stia raschiando il barile con l’universo alieno: sta facendo di tutto per non dire niente di nuovo su Alien, delusa com’è dalla crudele follia distruttrice di Ridley Scott…
Furbescamente iniziamo con la U.S.S. Sulaco che vive la stessa scena che abbiamo visto nel film Alien 3 ma stavolta “al contrario”: lì vedevamo solo Ripley e gli altri personaggi scomparivano, qui a scomparire è Ripley.
L’U.P.P. Interceptor si aggancia alla “nave fantasma” e gli “unionisti” – Union of Progressive Peoples – salgono a bordo, trovando subito le gambe del povero Bishop.
Ma non è che il corpo dell’androide stia meglio… visto che un uovo alieno gli sbuca dall’addome!
Alla base spaziale della Weyland-Yutani non sono contenti che la Sulaco sia stata spiata dagli unionisti. Va ricordato che la storia è stata scritta quando c’era ancora l’URSS e quindi Gibson – pare su indicazione di Walter Hill e i suoi compagni di merende – ha ricreato nello spazio la Guerra Fredda tra USA e URSS.
La situazione è dunque delicata perché la Divisione Armi della Weyland-Yutani contava molto sui campioni alieni riportati a casa dalla Sulaco ed ora c’è il serio rischio che la “concorrenza” li abbia battuti sul tempo.
Non è però ancora tempo di questi risvolti “fanta-politici”: questo primo albo è dedicato a mostrarci i protagonisti, i superstiti del film Aliens pronti a scomparire ben presto. Gli entusiasti di questa saga non hanno letto la sceneggiatura di Gibson, quindi non sanno che delusione li attende…
Il 12 dicembre 2018 è il turno del secondo numero. La storia continua fedelmente, con Newt giustamente esagitata e in cerca di Ripley, ma la donna è ormai in coma.
Intanto su Rodina i “comunisti spaziali”, riconoscibili perché vestiti male e trasandati, al contrario degli americani più precisi, cercano di capire come utilizzare le informazioni carpite all’androide Bishop.
E infine Hicks, che dovrebbe fare qualcosa della propria vita ma non sa proprio cosa. Di sicuro non ha la minima intenzione di tornare a bordo della Sulaco.
I dubbi di Hicks sul futuro vengono spazzati via dalla “contaminazione” che interessa la stazione di Anchorpoint, e l’arrivo della Divisione Armi della Weyland-Yutani rende chiaro che la situazione sta per diventare molto calda.
Torna Bishop su Anchorponit, così che sia ben chiaro che i “comunisti spaziali” di Rodina hanno messo le mani nella sua memoria e sicuramente provato a ricreare gli xenomorfi. Ovviamente l’esperimento sfugge al controllo e un alieno si mangia tutti i “rossi”.
Intanto Newt saluta Hicks e se ne va con Ripley: spero di cuore che mostrare queste scene dopo trent’anni significhi che segretamente si stia lavorando ad un ritorno di questi personaggi, che la Fox ha criminosamente lasciato morire…
Gli xenomorfi sono fuggiti dal laboratorio e quindi si avvicina il momento dell’azione: le chiacchiere (inutili) sembrano essere finite.
Con il terzo numero arriva lo splatter, finalmente, quando assistiamo al nuovo modo di nascere sviluppato da questi alieni geneticamente modificati: da notare come il disegnatore si sia rifatto ai vecchi modelli alieni del film del 1979, quelli in cui si vedeva il teschio all’interno della testa tubulare.
Inizia la situazione di crisi su Anchorpoint e il relativo massacro, dopo lunghe pagine di chiacchiere.
L’azione è ghiotta e splendidamente disegnata, anche se la già esilissima trama sta venendo stiracchiata oltre il buon gusto.
Il quinto ed ultimo numero è delirio totale, con protagonista Bishop che si taglia via una gamba inciampando in un gradino: ma di cos’è fatto, di marzapane?
In realtà è una tristissima paraculata dell’autore per ricreare identica la scena finale di Aliens (1986), con Bishop ferito a terra mentre si apre un portellone tutto vola via nello spazio.
Non voglio spendere altre parole per il fumetto che è riuscito nell’incredibile intento di rendere ancora più indigesta una storica sceneggiatura rigettata, che trent’anni fa nessuno volle fare ed ora… è pure peggiorata!
Chiudo con la cover gallery:
- Cover di Johnnie Christmas
- Variant Cover di Paulo e Joe Rivera
- Cover di Johnnie Christmas
- Variant Cover di James Harren
- Cover di Johnnie Christmas
- Variant Cover di Daniel Warren Johnson
- Cover di Johnnie Christmas
- Variant Cover di Tradd Moore
- Cover di Johnnie Christmas
- Variant Cover di Christian Ward
L.
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… Noi che, invece, siamo a conoscenza della sceneggiatura di Gibson, non abbiamo più nessuna aspettativa a riguardo 😉
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La saldaPress lo porterà sul mensile da settembre.
P.S. a proposito del mensile, se leggo AvP: Three World War avendo letto solo Aliens: More Than Human ci capirò qualcosa o è necessario recuperare anche la relativa storia di Predator?
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Vai tranquillo, malgrado quanto dicano gli autori stessi, non c’è alcun legame fra le storie. Forse qualche vago rimando, ma assolutamente trascurabile. L’importante è che ti ricordi chi sia Machiko 😉
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Non ho letto la tua recensione perché voglio scoprirlo leggendolo sul mensile della saldaPress (il primo numero non mi è dispiaciuto), però ho visto le cover a fine post e sono una più bella dell’altra.
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Le cover sono splendide, la Dark Horse chiama i migliori artisti per i fumetti alieni, e il risultatoè una gioia per gli occhi. Il problema sono gli sceneggiatori…
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A proposito, ho visto che la saldaPress sta per far uscire “Cemetery Beach” di Ellis: devi assolutamente leggerlo, è strepitoso! ^_^ Ne ho parlato a fine 2018 sul mio blog a fumetti, è stato il mio fumetto rivelazione dell’anno 😛
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Le 6:33 è un orario a me sconosciuto perciò questo commento me lo ero completamente perso! Lo aggiungo alla lista delle letture da portare al mare 😀
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