
Cover di Bernie Wrightson
La collaborazione tra DC Comics e Dark Horse Comics è sempre esplosiva, come si può vedere da questo scontro tra il più celebre dei pipistrelli e il più celebre degli xenomorfi: nel marzo del 1997 inizia Batman vs Aliens, ristampata nell’aprile 2016 all’interno della collana DC/DHC Crossovers dedicata ad Aliens.
La breve miniserie (solo due numeri) è curata dal duo Ron Marz e Bernie Wrightson, che già nel settembre 1995 avevano gettato le basi per questa storia sul mensile “Dark Horse Presents“.

Cover di Bernie Wrightson
Prima di passare a costruire buona fetta dell’universo Star Wars per la Dark Horse, Ron Marz scriverà pure Tarzan vs Predator (1996).
Come abbiamo visto in Aliens: Incubation (1995), un’astronave “infetta” cade nella giungla equatoriale, proprio a un passo da un tempio Maya: guarda a volte la coincidenza…
Ai nostri giorni sul posto arriva Batman e una squadra di mercenari, per motivi che non vale la pena discutere. Prima che la vicenda diventi troppo uguale al film Predator, gli Aliens attaccano e dopo uno scontro violento i superstiti cercano riparo nel tempio Maya.
Mi sembra ovvio che Batman sappia tradurre i geroglifici Maya ed esce fuori in pratica quello che verrà raccontato dalla sceneggiatura di Paul W.S. Anderson per il film Alien vs Predator (2004).

Meno male che la bat-tuta resiste a tutto…
Dopo un numero impressionante di vignette in cui ci viene ripetuto il ciclo vitale degli alieni – qualcuno al mondo ancora non lo conosce? – l’azione è simpatica e Batman prende a calci gli alieni come se fossero degli sgherri di Gotham City. Perché, è bene specificarlo, il mantello di Batman è immune al sangue acido degli alieni. (E se obbiettaste «ma quello è acido», io vi risponderei «e quello è Batman!»)
Tradimenti, tanto bla bla bla e faccette imbronciate per l’uomo-pipistrello: qualche bella sequenza d’azione ma poco più.

Tranquilli, è solo un incubo!
La trovata ghiotta è che un facehugger infetta un coccodrillo, e l’alieno che ne nasce è un enorme xenomorfo coccodrilloso: un vero Croc Alien degno del Crocosaurus della Asylum!
Nel delirante calderone delle sceneggiature per Alien 3 (1992) è nata la curiosa idea che il feto alieno acquisisca alcune caratteristiche della specie che lo “cova” nel proprio petto: di solito è un’idea balzana che si preferisce ignorare, ma quando serve per buttare in scena un Croc Alien… si perdona tutto!

Non sarà scientificamente accurato, ma il Croc Alien è mitico!
Il fumetto arriva in Italia nel n. 5 della collana “PlayPress Presenta” (aprile 1998) curata da Mario Ferri. E devo spendere due parole sulla traduzione.
– How much farther, captain?
– I look like a map to you?
Questo scambio di battute tra due personaggi minori ha generato nella traduzione di Andrea Voglino il dialogo più divertente dell’intero albo: «Quanto manca, capitano?» «Mi hai preso per un vigile?» Oh, a me ha fatto ridere, la prima volta che l’ho letto…
L’ispirata sostituzione della “mappa” originale con “vigile”, che ritengo azzeccatissima, crolla miseramente quando Batman vs Aliens viene ripresentato da Planeta DeAgostini nel 2009: «Quanto manca, capitano?» «Mi hai preso per una guida?»
La traduzione è ancora accreditata a Voglino, ma tutto l’albo è palesemente ritradotto in modo da peggiorarlo visibilmente: “guida” non fa ridere, “vigile” sì, almeno per me.
Ma il dramma arriva più avanti.
– Who am I? Dr. Spock?
– Mister.
– What?
– You mean Mister Spock, he was the guy on “Star Trek”.
Altro scambio di battute tra gli stessi due personaggi, che Voglino rende alla perfezione: «Per chi mi hai preso, per il dottor Spock?» «Signor.» «Cosa?» «È il signor Spock, il tizio di “Star Trek”.»
La ritraduzione del 2009 è terrificante: «Per chi mi hai preso, per Spock?» «Spock?» «Cosa?» «Spock, il tizio di “Star Trek”.» Hanno totalmente stravolto la battuta e sballato l’ordine dei personaggi che parlano: perché? Perché ritradurre da capo, e male, il lavoro di Andrea Voglino e poi lasciare il suo nome? Mistero dell’editoria italiana…

Riecco il Croc Alien, il vero protagonista!
La prima volta che ho letto la storia ricordo che mi è piaciuta: le successive letture hanno incrinato il giudizio.
Non è malaccio, è un remix di cose già viste che non è necessariamente un male: non è la migliore storia aliena, ma neanche la peggiore.
Chiudo con la cover gallery:
- Cover di Bernie Wrightson
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- Planeta DeAgostini 2009
- Aliens Crossovers 2016
L.
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