Ripesco una mia recensione della Trilogia di Carnosaur apparsa su “Il Zinefilo” perché il secondo episodio è in pratica la versione “dinosauresca” di Aliens!
Nel giugno del 1993 il mondo cambia e scopre qualcosa che in realtà ha sempre conosciuto e che torna di moda ogni decennio: i dinosauri.
Jurassic Park (sia romanzo che film) rende famosa la storia già scritta anni prima da Harry Adam Knight, intitolata Carnosaur, che però rimane un prodotto di nicchia e non vedrà mai riconosciuto il suo primato.
Visto il grande successo del film di Spielberg, la New Horizons Picture di Roger Corman scende in campo e già a marzo del 1994 è pronta la sceneggiatura di Carnosaur II: qualche limatura, la scelta di usare il numero arabo al posto del romano, e a settembre è pronta la sceneggiatura di Carnosaur 2, firmata da un passante di nome Michael Palmer.
Il film esce in patria il 23 febbraio 1995 e risulta ancora inedito in Italia.

Sono un po’ ubriaco: sto facendo Carnosaur 2 o Red Scorpion 2?
Ideona per le vacanze: ci buttiamo tutti a Yucca Mountain, amena località del Nevada che custodisce un enorme deposito di scorie nucleari. Quando tornate (se tornate), la vostra abbronzatura non avrà rivali!
Se viene segnalato un problema all’impianto, bisogna mandare sul luogo la squadra migliore: nello specifico, un’accozzaglia di personaggi buffoneschi che in un film di serie B non può davvero mancare.
C’è il fallito Jack Reed (interpretato dal fallito John Savage, che ha fatto 200 film azzeccandone forse due…), c’è il cool black Ed Moses (Miguel A. Núñez jr., che sicuramente avrete visto in una sit-com), la quota rosa Sarah Rawlins (Arabella Holzbog) e il “duro con la benda” Ben Kahane (Don Stroud), che fa ridere i polli… anzi i dinosauri.
Tutti guidati dal maggiore Tom… Cioè, davvero? Major Tom? Ma che siamo, in una canzone di David Bowie? Comunque, per quanto possa risultare inverosimile, il capo della missione è il maggiore Tom McQuade (Cliff De Young).
Secondo voi, una squadra di dementi… pardon, una “Evacuation Team”, fatta di dementi, che guida gli scienziati più improbabili del cinema, cosa può combinare in un sito di scorie nucleari? Un gran bel casino, potete scommetterci.
Appena arrivati, i fenomenali tecnici scoprono che nella centrale c’è un ragazzetto svenuto: esce fuori che è uno dei tecnici che ci lavorava… Ma li prendono al liceo, gli scienziati addetti alla gestione delle scorie nucleari?
Scopriamo che tutti gli abitanti del luogo sono stati smangiucchiati da un dinosauro che vive nella centrale… Logico, no?
Il regista Louis Morneau, fedele della scuderia New Horizons Picture, fa un onesto ottimo lavoro nel creare un filmaccio di serie B – che è sicuramente meglio di uno di Z – con tanto di sequenze assolutamente da ricordare.
Tipo l’elicottero che cade ed esplode in una sequenza fintissima, il cui modellino sgangherato ricorda i piatti volanti di Ed Wood, oppure quando il dinosauro attacca il cool black e questi… si mette in guardia per sfidarlo a boxe!
Sottolineo che Carnosaur 2 è sì una sfida a Jurassic Park ma è strutturato per essere la copia esatta di Aliens di James Cameron.
Una base che non dà più segnali, una squadra di professionisti e tecnici arriva sul luogo, un mostro esce fuori “dalle fottute pareti”, i soldati scendono vari livelli, un tecnico li segue dai monitor, un responsabile ha la camicia a quadri con gilet, fuga nei condotti dell’areazione e, capolavoro dulcis in fundo… scontro finale tra mostrone e tecnico in un powerloader giallo…

Aliens vs Carnosaur!
Insomma, Carnosaur 2 è la copia esatta di Aliens e questo gli fa guadagnare mille punti, perché il film di Cameron è uno dei migliori film della storia dell’umanità e chiunque lo scopiazzi merita un applauso.
L’unica scena in cui si cita invece il film di Spielberg è quando il dinosaurone nel finale si china per fissare negli occhi il ragazzo nel montacarichi: il primo piano dell’occhio del rettile sembra proprio tagliato da Jurassic Park.
Il film è divertente quanto può esserlo una stupidata di serie B ma, ripeto, il voler ripercorrere la via di Aliens gli merita il mio plauso.
Il giudizio del Zinefilo è: più plagi, meno minchiate!
L.
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