
Cover di Chris Warner
Una delle più grandi saghe di successo del fumetto americano – Aliens vs Predator (giugno 1990) – si conclude con la samurai del futuro Machiko che rimane a vivere sola su Ryushi, un pianeta ormai dimenticato, con sulla fronte il tatuaggio del clan dei Predator: è una Predatrix a tutti gli effetti! Tempo dopo arriva uno strano segnale di soccorso dal pianeta e una missione di Colonial Marines parte per scoprire di cosa si tratti: la prima tappa, ovviamente, è a casa di Machiko Noguchi.
Così inizia Aliens vs Predator: Duel (marzo 1995) la splendida storia in due parti con cui il mitico Randy Stradley riprende in mano il discorso iniziato qualche anno prima con Aliens vs Predator: Blood Time (settembre 1994), storia da cui torna il Predator monco.
I Colonial Marines non trovano Machiko nella sua casa solitaria su Ryushi e decidono di raggiungere il punto da dove è partito il segnale di soccorso. Trovano una strana astronave atterrata malamente tra le montagne: un’astronave con a bordo un Predator svenuto ed una Regina Aliena incatenata, morta. O così credono…
In un attimo si scatena l’inferno, perché i marines hanno appena messo piede in un territorio di caccia dall’equilibrio molto delicato: sono cioè in una zona piena di Aliens che scorrazzano e di Predator che danno loro la caccia. Gli uomini non erano previsti, ma un trofeo in più non si rifiuta mai…
Stradley è un maestro in queste storie e gli bastano due soli numeri per creare una storia splendida – disegnata da Javier Saltares e inchiostrata da un giovane Jimmy Palmiotti, tra i futuri padri del nuovo Jonah Hex – con il gruppo di umani costretti a difendere i loro corpi delicati dalle due razze aliene più violente e letali dell’universo.
Assediati nella casa abbandonata da Machiko – non temete, sapremo presto dov’è andata la samurai Predatrix – i protagonisti sapranno lottare con onore contro tutto e tutti, guadagnandosi il rispetto dei Predator… che all’onore tengono moltissimo.
L.
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I colonial marines dovrebbero capire che lanciarsi all’inseguimento di segnali di soccorso non porta molto bene 😉 Scherzi a parte, bei disegni e gran utilizzo dei personaggi pescando dalle iconografie di entrambe le saghe cinematografiche, niente male sul serio. Cheers!
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Ormai sappiamo che qualsiasi segnale di SOS deve farci stare mooooolto lontano 😛
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