L’arrivo del film Alien nei cinema italiani nell’ottobre del 1979 ha corrisposto anche con l’inizio della breve vita dei romanzi alieni: lo stesso ottobre la Sonzogno presenta la novelization del film, scritta da Alan Dean Foster quando ancora aveva voglia di partecipare a queste operazioni.
Oggi, 19 agosto 2016, sono esattamente 26 anni dalla mia lettura di questo libro, iniziato alla fine di una vacanza e subito amato. Non avevo visto ancora il film, per cui quello del 19 agosto 1990 è davvero il mio primo… contatto alieno!
Da allora ho collezionato ben sette edizioni del romanzo, abbondantemente ristampato – sempre con la traduzione di Pierluigi Cecioni – prima che il mondo di Alien diventasse vietato in Italia, dove i fan della serie di film di solito conosce solo i film.
Festeggio dunque questo mio anniversario personale – che caso vuole corrisponda anche al 50° post di questo blog! – presentando le edizioni di Alien sia qui che sul mio blog-database “Gli Archivi di Uruk“: più sotto trovate le varie copertine, scansionate dalla mia collezione personale.
Se conoscete ulteriori edizioni del romanzo, non esitate a scrivermi.
Le edizioni:
- Romanzi Sonzogno, ottobre 1979
con all’interno 14 foto a colori e 12 in bianco e nero - Club degli Editori, febbraio 1980
con all’interno 14 foto a colori e 12 in bianco e nero - “Tascabili Bompiani” n. 193, maggio 1980
- “Tascabili Bompiani” n. 193, gennaio 1988 (l’edizione che ho letto!)
- Narrativa Club, ottobre 1985
- “Biblioteca del Brivido”, Fabbri Editori, febbraio 1995
- “Oscar Varia” n. 1871, Mondadori, maggio 2004
La trama:
Quel gruppo di pianeti non era il loro sistema.
Quel sole non era il loro. Non c’era la Terra, laggiù.
La cara, vecchia Terra alla quale i sette componenti dell’equipaggio del rimorchiatore interstellare Nostromo desideravano tanto ritornare dopo mesi di viaggio.
Eh, no. La Terra era ancora lontana.
Ma allora perché il cervello centrale della nave li aveva destati dall’ibernazione attivando l’allarme giallo?
Quel segnale.
Un segnale proveniente da un pianeta inesplorato.
Una chiamata di soccorso.
Certo non di origine terrestre.
Certo non di origine umana.
Qualcuno ha bisogno di aiuto.
Su, coraggio, apriamo il portello esterno.
Abbiamo un appuntamento importante. Un appuntamento da non perdere.
Un appuntamento con un alieno.
Un appuntamento con la morte, forse.
L’incipit:
Sette sognatori.
Non si trattava però di sognatori professionisti. I sognatori professionisti sono persone di talento, ben pagate, rispettate, molto ricercate. Come la maggior parte di noi, questi sette sognavano senza determinazione né disciplina. Il sognare dei professionisti, in modo che i sogni possano essere registrati e poi riprodotti per il divertimento degli altri, è una questione molto più impegnativa. Richiede la capacità di controllare gli impulsi creativi semiconsci e di stratificare l’immaginazione, una combinazione raggiungibile con estrema difficoltà. Un sognatore professionista è contemporaneamente l’artista più organizzato e quello più spontaneo. Un sottile tessitore di congetture, non una persona semplice e goffa come voi o come me. O come questi sette sognatori.
Fra tutti loro, Ripley era quella che più si avvicinava a possedere quel potenziale particolare. Aveva un certo talento naturale per i sogni e un’immaginazione più agile dei suoi compagni. Ma le mancava una vera ispirazione e la possente maturità di pensiero caratteristiche dei sognatori professionisti.
Era molto abile nell’organizzare stivaggi e trasporti, nell’inserire la cassa A nel deposito B o nel collegare fra loro note di carico. Era nel magazzino della sua mente che il suo sistema di catalogazione non funzionava. Speranze e paure, congetture e semicreazioni sgusciavano disordinatamente da un compartimento all’altro.
L’autore:
Nato a New York nel 1946 ma cresciuto a Los Angeles, Alan Dean Foster è laureato in scienze politiche e in cinematografia. Ha tenuto corsi di sceneggiatura e di storia del cinema presso l’UCLA e il Los Angeles City College. Autore versatile e prolifico, si è specializzato nella realizzazione di romanzi tratti dalla sceneggiatura di celebri film di fantascienza quali Alien, Starman, Alien Nation e Krull. La sua vena fantastica emerge tuttavia soprattutto nei numerosi romanzi originali ambientati nell’universo del Commonwealth galattico tra cui Stella orfana, La fine della vicenda, Storia di Flinx, Il pianeta dei ghiacci, Missione a Moulokin, Terra di mezzo e Viaggio alla città dei morti.
Le copertine:
Cliccate sulle foto per ingrandire.
L.
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Auguri di buon primo contatto alieno! 😉 Cheers!
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Grazie, è un viaggio stellare che non conosce sosta 😉
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Io invece vidi prima il film, nel lontanissimo 1983: credo facesse parte di un ciclo filmico Rai presentato nientemeno che da Piero Angela (che, alla fine, ci consigliava di prendere una camomilla o tranquillante per smaltire la tensione accumulata… quant’era sensibile la tv di stato, ai tempi 😀 ). Anni dopo trovai la prima edizione Sonzogno e, finalmente, mi lessi Foster pure io. Anni dopo ancora, riuscii a “bancarellare” anche il suo adattamento di Star Trek: The Motion Picture…
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Quello di Star Trek purtroppo non l’ho mai trovato in cartaceo, mi sono dovuto accontentare del digitale 😉
Curiosamente in Italia mi sa che il povero Foster è più noto per le sue tante novelization che per i suoi romanzi fantasy, noti ma non notissimi. Forse per questo ha cominciato a scrivere male: Aliens e Alien 3 sono scritti svogliatamente e ricordo la noia mortale di “Starman”. Invece ci sono autori come Steve Perry che ti fanno appassionare anche se conosci ogni fotogramma del film.
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Io invece conobbi ALIEN grazie ad una pubblicità trovata in mezzo ad un fumetto di Jurassic Park, era il 1993, ma solo nel 1994 vidi un film della saga.
Possiedo la primissima edizione del libro, quella con alcune foto nel mezzo.
Nel romanzo, a differenza del film,c’è il capo meccanico Parker che prova a intrappolare l’alieno, fallisce nel tentativo ma il mostro ci rimette un braccio.
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Scusa il piccolo OT: hai letto altro di questo autore? 😁
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Di suo ho letto solo novelization, quelle di Alien e altro, come “Starman” da Carpenter. Dei suoi romanzi “normali” in Italia sono arrivati quasi solo fantasy ed è un genere che non mi piace, quindi non ho mai approfondito la sua scrittura al di fuori di storie tratte da film.
Se sei curioso ho tradotto una bella intervista d’annata a Foster, risalente a quel 1984 in cui è stato il primo in assoluto a scrivere un romanzo tratto da un videogioco: bisognerà aspettare il 1995 di “Doom” per riprovarci!
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