Nell’ottobre 1986 la celebre rivista di cinema “CIAK” presenta in copertina Sigourney Weaver con una Alien Queen alle spalle (la stessa che la Mondadori utilizzerà dieci anni dopo per la copertina di Alien: Dentro l’Alveare, edizione Urania) e all’interno un servizio sull’attrice a firma di Carlo G. Dansi.
Come sempre il testo tra parentesi quadro è mio: giusto qualche precisazione e commento personale…
Sigourney Weaver
Bellissima, bravissima, altissima: per la protagonista di “Aliens” i superlativi si sprecano. E intelligentissima, potremmo aggiungere noi, perché con un’accorta scelta di titoli (dal primo “Alien” a “Un anno vissuto pericolosamente”, da “Uno scomodo testimone” a “Ghostbusters”), Sigourney si è saputa ritagliare uno spazio di tutto rispetto nel firmamento di Hollywood. Attrice completa e determinata, è forse la presenza più incisiva del cinema al femminile d’oggi
Per essere alta è altissima, sfiora il metro e 82 centimetri, ma non ha nulla di sgraziato o spigoloso, anzi il suo corpo è molto femminile e il suo bel viso dove gli occhi nerissimi combattono con il bianco dei denti, assume delle espressioni a volte infantili a volte simpaticamente sbarazzine, che fanno subito dimenticare sia la statura, sia le sue origini alto-borghesi, sia il fatto di essere una delle quattro o cinque grandi “star” del cinema contemporaneo.
Sigourney Weaver, l’efficacissima protagonista di Aliens. Lo scontro finale di James Cameron è arrivata a Venezia per la presentazione del film accompagnata dal marito Jim Simpsons [ancora sposati, dal 1984!] e dal suo inseparabile parrucchiere. E l’accoglienza è stata proprio quella da “star” tanto che per il suo ingresso al Palazzo del Cinema sono dovuti intervenire anche due poliziotti a cavallo per proteggerla dall’irruenza di una cinquantina di fotografi che la assediavano con troppa foga.

Con il marito Jim Simpsons
Ma Sigourney da donna intelligente qual’è non prende molto sul serio questo suo status: «Le uniche volte che mi sento una star è proprio durante i viaggi per lanciare un film», mentre invece prende molto sul serio il suo lavoro di attrice essendo riuscita in soli sette anni e con otto film (di cui uno inedito [l’inguardabile “L’affare del secolo” (Deal of the Century, 1983) di William Friedkin, con Chevy Chase e Gregory Hines: da dimenticare!]) a costruirsi una carriera importante e non solo al cinema.
È il teatro infatti il punto centrale della sua attività di attrice, ed è il teatro che ritorna costantemente nelle sue risposte, ed è infine il teatro il suo prossimo impegno: la Weaver sarà infatti, complice il marito regista off-Broadway, Bassanio nel Mercante di Venezia di Shakespeare.
Cosa ne pensa del fatto che i suoi tre film di maggior successo, “Alien”, “Ghostbusters”, “Aliens”, sono tutti e tre di argomento fantastico?
«Vede, io vengo dal teatro e quindi amo i ruoli importanti, al di sopra delle righe, e il cinema di oggi offre in gran parte ruoli realistici, domestici, talvolta anche molto banali, mentre il cinema fantastico ti può ancora dare la possibilità di caratterizzazioni molto forti come il personaggio di Ripley nei due Alien. In assoluto però il mio film preferito è Un anno vissuto pericolosamente [1982] di Peter Weir».
Secondo lei perché questo film non è stato un grande successo?
«Credo che il suo scarso successo sia da imputare al modo come è stato lanciato, perché tutti quelli che lo hanno visto lo hanno amato, inoltre quando è stato trasmesso dalla TV a pagamento ha ottenuto indici di ascolto altissimi».
Fin’ora lei ha interpretato solo ruoli drammatici tranne che nell’inedito in Italia “The Deal of the Century” di William Friedkin e in “Ghostbusters”, ciononostante il critico di “Time” l’ha definita una «screwball Garbo», una Garbo cioè da commedia, lei cosa ne pensa?
«Dopo il tonfo di The Deal of the Century ho accettato con gioia il ruolo in Ghostbusters proprio per dimostrare che potevo funzionare benissimo anche in parti brillanti, anzi io mi ritengo soprattutto un’attrice brillante, e il mio amico Christopher Durang, il commediografo mi ha definito “la Kay Kendall degli anni ’80”».
Venendo ad “Aliens” quali sono le differenze nel personaggio di Ripley, rispetto al film precedente?
«La sconvolgente tragedia vissuta in Alien le ha ovviamente lasciato delle tracce, per questo Ripley ora è più umana, più vulnerabile, e poi è anche più matura perché ha 57 anni di più… passati in ibernazione!».
Cosa ci può dire del suo rapporto con i partner, visto che ha lavorato con tre degli attori più amati di oggi, William Hurt in “Uno scomodo testimone”, Mel Gibson in “Un anno vissuto pericolosamente” e Gérard Depardieu in “Une femme ou deux” di Daniel Vigne [in Italia, “Alta, bella e pericolosa”]?
«Mel è un uomo normalissimo, assolutamente regolare, di bell’aspetto ma tranquillo e attaccato soprattutto alla famiglia e alla sua fattoria. Bill Hurt è un uomo molto serio, di me si dice che sono un’attrice seria ma lui mi batte di gran lunga. Depardieu è una forza della natura, con me è stato generosissimo: durante le riprese del film cercava sempre di aiutarmi, di consigliarmi, visto che recitavo poi in francese. I risultati migliori però li ottengo con un partner che mi faccia ridere, che sul set sia rilassato, per questo lavorare con Bill Murray in Ghostbusters è stato un vero piacere».
L’ultimo anno lo ha passato praticamente in Europa, perché oltre “Aliens” e “Une femme ou deux” ha girato a Londra anche “Half Moon Street” di Bob Swaim con Michael Caine [in Italia, “Mistery”], come giudica questa esperienza?
«Assolutamente positiva, in Europa si gira con troupe più piccole, e quindi si instaura un rapporto più familiare con tutti i tecnici, c’è anche più spazio per la creatività.
In “Half Moon Street” lei è una squillo di lusso, le ha comportato dei problemi girare scene di nudo?
«Non particolarmente, perché sono state fatte con molto gusto e poi ho avuto un ottimo rapporto con Michael Caine, un attore dall’incredibile professionalità che ogni giorno riusciva a terminare le scene in perfetto orario per poter tornare a casa sua».
C’è qualche ruolo del passato che interpreterebbe oggi?
«Forse il ruolo di Barbara Stanwyck in Lady Eva [1941] di Preston Sturges. Adoro i vecchi film, mentre non vedo molti film di oggi sia perché sono impegnata nel lavoro sia perché quando sono senza impegni preferisco il teatro, o vado a concerti o mi dedico a mio marito, come farò ora spero per parecchi mesi».
Carlo G. Dansi
L.
– Ultimi post su Siggy:
[2021-03] Sigourney Weaver su “Collider.com” - Il 6 marzo 2021 l'attrice ha rilasciato un'intervista a Christina Radish del sito Collider.com, in occasione dell'uscita del suo film My Salinger Year (2020): ecco tradotte le parti più interessanti dell'intervista.
Xeno-busters! - Il canale instagram di alienuniverso dà sempre grandi soddisfazioni, come il 20 novembre 2020 che pubblica questo geniale fotomontaggio.
[1995-06] Alien 4 su “SFX” 1 - Il primo numero della nuova rivista "SFX" nel giugno 1995 fa il botto e presenta un'intervista all'attrice Sigourney Weaver dove viene anticipato il futuro Alien Resurrection (1997).
La Storia di Alien 9. Il cast (1) - Una giovane ed altissima Sigourney Weaver si presenta in ritardo al provino, ma appena entra in stanza conquista tutti: è lei Ripley, su questo sono tutti d'accordo.
[1993-07] Sigourney Weaver su “SNES Force” 1 - Traduco questa intervista apparsa su una rivista di videogiochi che presenta anche una ghiotta intervista a Sigourney Weaver, che rivela tutti i colpi di scena del film!
[2016-11] Sigourney Weaver su “Sci-Fi Now” - Ghiotte anticipazioni di Siggy sul progetto di Alien 5, poi purtroppo del tutto naufragato.
[1992-05] Alien 3 su “Premiere” - Un lungo articolo di "Premiere" (1992), rispolverato in un saggio del 2014, illustra in modo ampio il disastro della lavorazione del terzo film.
[2017-05] Alien: Covenant su “Vanity Fair” - Doppia intervista alle due Donne di Alien.
Citazioni aliene [2017-04] Ripley al “Late Show” di Colbert - Sigourney Weaver torna nei panni di Ripley per uno sketch televisivo.
[1998-03] Alien 4 su “Sorrisi e Canzoni” - Numero della rivista dedicato ad "Alien. La clonazione".
Spero che tu ne abbia ancora molte di queste interviste nei tuoi archivi, le trovo fantastiche 😉 Cheers
"Mi piace"Piace a 1 persona
In 26 anni di collezionismo alieno ho raccolto un bel po’ di roba, ed è ora di condividere: preparati! ^_^
"Mi piace""Mi piace"
Letta anch’io l’intervista, ai tempi. Proprio su questo numero di Ciak, che non ho più da parecchi anni (peccato)…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ho cominciato a leggere regolarmente Ciak intorno al 1990, ma all’epoca nei fumettari potevi trovare vecchi numeri spettacolari, tipo questo 😉
Era un’ottima rivista ma si è rovinata presto…
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Pubblicità Alien in VHS (1986) | 30 anni di ALIENS
Altra chicca! ^^ UST lo conosco da anni! Devo recuperarlo. ABEP ne ho letto come il precedente sul Mereghetti e sembra una simpatica mezza boiata. XD
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pingback: Storia dei fumetti alieni 1. La scomparsa di Ripley | 30 anni di ALIENS
Storico questo numero di Ciak !!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Lo porto nel cuore da quel giorno di tanti anni fa ^_^
Complimenti per il nickname e l’avatar: credo che tu sia nel posto giusto 😛
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: [2012-05] Prometheus su “CIAK” | 30 anni di ALIENS
Pingback: Alien 3 (1992-2022) – 2. Pianeta-fattoria | Il Zinefilo
Pingback: Alien 3 (1992-2022) – 2. Pianeta-fattoria | 30 anni di ALIENS